Intelligenza artificiale e Emotion AI
Il marketing è, per molti versi, il cuore pulsante delle aziende. Le idee prendono forma e vengono raccontate, lanciate e introdotte nel mercato. È il marketing che dialoga con il consumatore, ascoltando e mettendo in discussione l’operato, i prodotti e i servizi delle aziende.
L’intelligenza artificiale giocherà un ruolo fondamentale in questo mondo, perché è, e sarà sempre di più, responsabile delle novità che caratterizzeranno questo settore. Il vento del cambiamento si sente negli uffici marketing.
Anche se lentamente, i piani strategici delle organizzazioni stanno integrando un approccio data-driven, prendendo come base di partenza per lo sviluppo di beni, servizi e strategie, i dati.
Il marketing oggi ha quindi un nuovo punto di partenza che il mondo digitale apporterà in abbondanza, per migliorare e creare nuove opportunità per chi racconta, crea, disegna prodotti e servizi in risposta alle esigenze e alle preferenze del consumatore/utente.
Nel mondo del marketing i dati, i numeri e la creatività si mixano con l’intelligenza artificiale (AI), creando un connubio potente regolato dal costante miglioramento, dove ogni azione è un test per raddrizzare il tiro, in un’ottica di massimizzazione delle risorse e raggiungimento dei risultati.
L’intelligenza artificiale, grazie a una sempre più abile programmazione e strumenti di calcolo più potenti, dispone oggi di svariati strumenti che migliorano l’esperienza dell’utente, avvicinando le organizzazioni ai reali bisogni del loro pubblico.
Il machine learning, l’apprendimento automatico, nel marketing aiuta sempre più a comprendere e prevedere il comportamento umano. La sua implementazione si traduce in una strategia di marketing basata sul cliente, analizzando al contempo i fattori chiave del loro comportamento: reddito, percentuale di differenza di prezzo, quota di mercato, liquidità, valore del cliente nel lungo periodo e probabilità di fidelizzazione del cliente.
L'APPLICAZIONE
Sono molti gli ambiti di azione in cui troviamo l’intelligenza artificiale. Innanzitutto, nell’analisi dei Big Data.
Con l’intelligenza artificiale, cambia il database a cui accedere, i dati si modificano in tempo reale, se necessario, e, connessi al mondo degli utenti in modo costante, possono ridare informazioni in un lasso di tempo brevissimo. È chiaro che in questo modo prendere delle decisioni sia più veloce e più completo, perché si hanno più dati a disposizione e su un target specifico di interesse dell’organizzazione.
Un altro aspetto importante che sta rivoluzionando il marketing grazie al machine learning, è la previsione del comportamento umano. Le campagne pubblicitarie che applicano l’intelligenza artificiale possono analizzare se un consumatore risponde bene a un determinato annuncio e quindi adattare le versioni successive. Questo significa che l’intelligenza artificiale dà strumenti importanti al marketer di oggi: egli può migliorare la fonte da cui attingere dati, la loro elaborazione, mappare i tempi dei consumatori, ottimizzare le offerte sul mercato e, last but not least, migliorare l’esperienza complessiva dell’utente.
L’unione tra marketing e intelligenza artificiale, al momento, entra in ambiti quali:
- la segmentazione e individuazione del targeting pubblicitario;
- nel web design;
- nella sfera del content marketing;
- Nella gestione della relazione con il cliente attraverso l’impiego dei chat bot;
- nell’automazione dei processi di marketing.
Si capisce come oggi l’AI possa essere un propulsore per il marketing, supportando i marketer nella creazione di strategie e nella scelta degli strumenti da mettere in campo per il raggiungimento degli obiettivi. In particolare, grazie all’AI si modifica e migliora la presenza dei brand nel web. Come abbiamo visto, gli ambiti di intervento riguardano principalmente il digital marketing e il modo di comunicare e interagire con l’utente.
Gli algoritmi e l’apprendimento automatico sono predisposti per prendere informazioni direttamente dagli utenti e cambiare, migliorare, attivare strumenti che siano compatibili con le preferenze del target che si sta ascoltando e a cui si vuole arrivare.
IL WEB È IL NUOVO SPAZIO IN CUI MOLTE SCELTE DI CONSUMO SI STANNO SPOSTANDO
È un luogo virtuale in cui l’utente, persona fisica reale, prende decisioni, fa valutazioni e comunica. Questa trasposizione nella Rete alimenta l’AI, il cui combustibile è costituito dall’enorme quantità di dati che ogni utente produce in questo nuovo mondo dematerializzato (ma sempre più interconnesso con la realtà). Ogni brand o organizzazione, quindi, si trova ad avere molte più informazioni per creare qualcosa che sia davvero in linea con quello che i propri utenti di riferimento si aspettano, vogliono e desiderano. I chat bot sono un esempio importante: sono stati creati per emulare una conversazione umana.
I chat bot possono rispondere al messaggio di un utente in tempo reale e condurre conversazioni proprio come un essere umano. Grazie ai chat bot, diventa più semplice ascoltare l’audience e dare avvio a processi creativi o di customer satisfaction che siano in linea con esigenze reali e non solo stimate.
Attraverso l’impiego di un chat bot è possibile mantenere alta l’attenzione dei clienti attraverso la loro esperienza positiva fino alla fine della catena di vendita e quindi assicurarsi effetti benefici sulla brand awareness. L’utente potrà spendere buone parole, online e offline, nei confronti di un brand che lo ascolta, lo segue e lo accompagna al raggiungimento di obiettivi.
L’integrazione tra virtuale e reale trova nuovi punti di connessione e l’AI, combinata anche con altre tecnologie come quelle immersive, si posiziona come ponte tra le due, dove dati, preferenze, opinioni, abitudini di consumo e molto altro ancora, transitano per sostenere la nascita di nuove modalità di vivere il mondo del consumo più in generale.
L’intelligenza artificiale può essere uno strumento per l’implementazione del neuromarketing.
Il neuromarketing studia il modo in cui il cervello delle persone reagisce alla pubblicità e ad altri messaggi relativi al brand monitorando scientificamente l’attività delle onde cerebrali, il monitoraggio degli occhi e la risposta della pelle.
Il neuromarketing rappresenta un’analisi del processo decisionale negli esseri umani e quindi utilizza i risultati per aumentare l’efficacia delle campagne promozionali.
È quindi comprensibile che, se unito alla potenza dell’intelligenza artificiale nell’ascolto degli utenti, possa essere un vero e proprio passo in avanti per conferire al marketing veri e propri super poteri. Il processo di acquisto e la creazione della fiducia nei confronti di un brand sono profondamente connessi, potremmo dire integrati, con le emozioni.
Il neuromarketing, studiando le emozioni e i processi mentali che influenzano questi processi, si intersecano con gli strumenti di intelligenza artificiale per dare dei risultati che rappresentano un salto in avanti da non sottovalutare per tutti i marketer.
Oggi si parla di Emotion AI, una nuova branca del marketing che nasce dalle tecnologie che riescono a riconoscere le emozioni.
Sembra di guardare un film di fantascienza, ma è già una realtà che dà un grande vantaggio competitivo a quelle aziende che hanno deciso di investirci. La tecnologia in questo campo fornisce analisi e insight delle emozioni registrate durante uno degli step del processo di marketing al fine di migliorarne tutti gli strumenti, per esempio la creazione dei messaggi, la creatività, l’esecuzione, l’ottimizzazione delle campagne, dei contenuti e dei siti web.
Chi non si sente disturbato da un sito che non carica immagini e contenuti in un tempo estremamente breve, tanto da sviluppare una sorta di fastidio e sfiducia nei confronti di quel prodotto o servizio?
L’Emotion AI è una combinazione di tutti questi elementi che contribuiscono a costruire un’esperienza digitale, perché stiamo parlando di attività di marketing che si svolgono principalmente in Rete, che leggono e rispondono alle emozioni umane.
Ascoltandole, l’azienda risponde in modo innovativo e più personale alle aspettative del consumatore/utente.
Un esempio, fra tutti, per riprendere uno strumento già visto in precedenza: il chat bot. Grazie a quest’ultimo, l’azienda, un brand, parla in modo dinamico, diretto, in real-time con l’utente e può adattare le azioni che esso può compiere durante la user experience, sul sito, su una App.
Questo articolo è un estratto del box di approfondimento di Alessio Semoli tratto dal mio libro dal titolo: Neurobranding edito da Hoepli.