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Venere di Chiozza

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Venere di Chiozza

La Venere di Chiozza è un manufatto ricavato da un ciottolo di pietra arenaria feldspatica calcarea, risalente al periodo paleolitico superiore, raffigurante una donna dalle prosperose forme e classificabile tra le più antiche veneri paleolitiche.

La testa ha la forma di un cono rovesciato e il profilo tondeggiante; il volto non presenta lineamenti. Il collo è evidenziato con una profonda incisione. Le spalle sono appena accennate; i seni sono cadenti e terminano sopra una pancia gonfia, con un ombelico molto evidente. Il ventre e l'organo sessuale sono molto marcati, mentre le gambe proseguono dritte e le ginocchia sono solo abbozzate. La parte posteriore sottolinea glutei voluminosi e le gambe. La statuetta è priva di braccia, mani e piedi. La figura, vista frontalmente, appare appiattita nelle sue forme (seni, ventre, gambe), mentre nella parte posteriore è di forme più voluminose.

L'espositore al Palazzo dei Musei

La statuina fu scoperta nel 1940, nelle cave Alboni dell'insediamento di Chiozza (frazione di Scandiano, Reggio Emilia) dal marchese Luigi De Buoi.

Lo stile e il materiale utilizzato richiamano senza dubbio le Veneri del Paleolitico, tuttavia venne rinvenuta in prossimità di alcuni importanti siti del Neolitico Antico e Medio e alcuni studiosi preferiscono ricondurla a quell'epoca. Per conciliare le due ipotesi si è anche supposto che il reperto potesse essere d'epoca paleolitica, ma riutilizzata dagli abitanti di Chiozza di epoca neolitica.

È conservata presso il Palazzo dei Musei (Reggio Emilia), sede principale dei Musei Civici di Reggio Emilia.

  • Bernardino Bagolini e Lawrence H. Barfield, Il neolitico di Chiozza di Scandiano nell’ambito delle culture pagane, in Studi Trentini di Scienze Naturali, sez. B Vol XLVII, 1971, pp. 3-74.
  • Paolo Graziosi, La Venere di Chiozza, in Rivista di Scienze Preistoriche, vol. 1, 1946.
  • Fasolo R., L'arte preistorica nell'Italia settentrionale: dalle origini alla civiltà paleoveneta, Verona, 1978, p. 77.

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