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Silvia Pinal

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Silvia Pinal nel 1960.

Silvia Pinal Hidalgo (Guaymas, 12 settembre 1931Città del Messico, 28 novembre 2024[1]) è stata un'attrice e produttrice televisiva messicana.

Assieme a María Félix e Dolores del Río forma il trio delle attrici messicane più famose nella storia del cinema. È conosciuta a livello internazionale soprattutto per aver ricoperto il ruolo della protagonista in due celebri pellicole del regista spagnolo Luis Buñuel, Viridiana (1961), L'angelo sterminatore (1962). Per Buñuel recitò anche in Intolleranza: Simon del deserto (1964).

L'infanzia e l'adolescenza

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Silvia Pinal nacque a Guaymas, nello stato messicano di Sonora, ultima delle quattro figlie di María Luisa Hidalgo, probabilmente una discendente di Miguel Hidalgo y Costilla, iniziatore del movimento d'indipendenza messicano. Fu dal padre adottivo Luis G. Pinal, giornalista, militare e politico, che ricevette il cognome. Le sue varie professioni costrinsero la famiglia a frequenti spostamenti che portarono la piccola Silvia in varie città del paese quali Querétaro, Monterrey e Cuernavaca, fino allo stabilimento nella capitale, Città del Messico.

A Città del Messico la Pinal lavorò come segretaria in una casa farmaceutica, nel reparto pubblicitario. Poté così entrare in contatto con personalità della radio, che le diedero la possibilità di partecipare alla registrazione di alcune commedie radiofoniche della XEQ, come Sogno di una notte di mezza estate. Successivamente seguì lezioni di recitazione alla scuola di Belle Arti e studiò canto in un'accademia.

Dopo aver calcato per un periodo le scene teatrali, debuttò al cinema in un ruolo secondario nel film Bamba (1948) di Miguel Contreras Torres, e subito dopo recitò nella pellicola El pecado de Laura. I primi passi verso la popolarità arrivarono grazie a due commedie della fine degli anni quaranta, Puerta joven e, soprattutto, El rey del Barrio (Il re del quartiere), film che la vide al fianco di German Valdés, famoso attore comico che ritroverà sul set di La marca del zorrillo (1950) e Me traes de un ala (1952). La Pinal ebbe inoltre piccole parti in altre pellicole dei primi anni cinquanta.

Monumento eretto in onore di Silvia Pinal a Città del Messico

Nel 1952 lavorò per la prima volta assieme a Pedro Infante: l'interpretazione fornita in Un rincón cerca del cielo le valse il primo riconoscimento importante, il Premio Ariel come attrice non protagonista. Dopo essersi distinta in commedie musicali e in ruoli comici, la Pinal ottenne la consacrazione artistica con il film di Tulio Demicheli Un extraño en la escalera (1954), dove, recitando accanto ad Arturo de Córdova, mise in mostra la grazia e la sensualità di una stella nascente. Da questo momento in poi la sua notorietà si accrebbe: l'attrice messicana prese parte ad alcune delle pellicole più significative della sua carriera quali Historia de un abrigo de mink, La sospechosa, Locura Pasional e altre. Con Locura Pasional vinse per la prima volta il Premio Ariel come migliore attrice protagonista.

Dopo i successi messicani prese parte a una serie di film in Spagna e in Italia, diretta, nei primi, da Tulio Demicheli. In Italia lavorò con Vittorio De Sica nella commedia di Giorgio Bianchi Uomini e nobiluomini. Silvia Pinal deve tuttavia la propria popolarità soprattutto alla collaborazione con Luis Buñuel negli ultimi anni messicani del cineasta spagnolo. L'attrice fu protagonista di tre pellicole anticonfessionali. Dal 1961 al 1964 vestì i panni della giovane novizia Viridiana nel film omonimo, vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes (ex aequo con L'inverno ti farà tornare), e recitò ne L'angelo sterminatore e in Intolleranza: Simon del deserto. Tutti e tre i lungometraggi furono coprodotti da Gustavo Alatriste, divenuto il suo secondo marito nel 1961. Le suddette interpretazioni fecero della Pinal una delle due sole attrici ad aver preso parte a tre film di Buñuel (l'altra era stata Lilia Prado).

Anche dopo la fase più importante della sua carriera, la Pinal ottenne successi, lavorando anche al fianco di note star hollywoodiane quali Anthony Quinn (I cannoni di San Sebastian, 1968) e Burt Reynolds (Quattro bastardi per un posto all'inferno, 1970).

Gli anni settanta la videro alternarsi tra il grande e il piccolo schermo: per la televisione si segnalò quale personaggio della telenovela Divinas palabras. Nel decennio successivo si divise tra la Spagna, l'Argentina e il Messico, rarefacendo progressivamente le proprie apparizioni, fino quasi a ritirarsi dalle scene. Gli ultimi film, Modelo antiguo (1992) e Ya no los hacen como antes (2003), furono un flop. Dopo dieci anni, la Pinal tornò a recitare nel film Tercera Llamada, diretto da Francisco Franco.[2]

Silvia Pinal è morta nel 2024 per un'infezione urinaria.

A soli diciassette anni, Silvia Pinal sposò l'attore e regista teatrale Rafael Banquetts, conosciuto al suo ingresso nel mondo dello spettacolo. Dall'unione nacque una bambina, Silvia. Nel 1952 la coppia divorziò, e l'attrice intrattenne una relazione con l'imprenditore Emilio Azcárraga Milmo, interrottasi a causa dell'opposizione del padre di lui, che non accettava un matrimonio del figlio con una donna divorziata.

Silvia Pinal si sposò una seconda volta nel 1961 con il produttore cinematografico Gustavo Alatriste. La loro figlia Viridiana (evidente omaggio al personaggio interpretato nel film di Buñuel) morirà nel 1982 in un incidente automobilistico. Anche il secondo matrimonio si concluse con un divorzio. In seguito, la Pinal convolò a terze nozze assieme al cantante e attore Enrique Guzmán. Ebbero due figli: la cantante rock Alejandra e il musicista Luis Enrique. Dopo il terzo divorzio, la star messicana sposò il governatore dello stato di Tlaxcala Tulio Hernández Gomez, da cui si separò alla fine degli anni ottanta.

Doppiatrici italiane

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Riconoscimenti

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  • 2008 – Premio Ariel
    • Premio Ariel de Oro
  1. ^ Addio a Silvia Pinal, l'ultima diva del cinema messicano, su www.rainews.it, 29 novembre 2024. URL consultato il 29 novembre 2024.
  2. ^ Per la biografia e la carriera artistica cfr. Biografías y vidas - Silvia Pinal, su biografiasyvidas.com. URL consultato il 12 agosto 2013.

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