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I movimenti e le abitudini delle piante rampicanti

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I movimenti e le abitudini delle piante rampicanti
Titolo originaleMovement and Habits of Climbing Plants
1ª ed. originale1875
1ª ed. italiana1878
Generesaggio
Lingua originaleinglese

I movimenti e le abitudini delle piante rampicanti[1] (Movement and Habits of Climbing Plants[2] ) è un'opera scientifica di Charles Darwin, pubblicata per la prima volta come articolo nel 1865 e successivamente ampliata e rilasciata in forma di libro nel 1875.[3] L'opera rappresenta un'importante tappa negli studi botanici di Darwin, analizzando in dettaglio i movimenti e le strategie evolutive delle piante rampicanti.[3]

L'opera è un esempio del metodo scientifico di Darwin, basato sull'osservazione diretta e la sperimentazione.[3] L'opera non solo chiarisce i meccanismi di arrampicata delle piante, ma sottolinea anche la bellezza e l'efficienza degli adattamenti evolutivi, consolidando ulteriormente la teoria darwiniana della selezione naturale.[3]

Contesto e Genesi

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Darwin descrisse la genesi dell'opera nella sua Autobiografia, spiegando come l'ispirazione gli venne dalla lettura di un articolo del botanico Asa Gray, pubblicato nel 1858, sui movimenti dei viticci di una pianta della famiglia Cucurbitaceae.[3] Gray inviò a Darwin alcuni semi, che lo spinsero a coltivare queste piante per studiarne i movimenti affascinanti e apparentemente complessi di viticci e fusti.[3] Darwin non era soddisfatto delle spiegazioni tradizionali fornite dal suo ex insegnante John Stevens Henslow, che attribuiva i movimenti delle piante rampicanti a una presunta tendenza naturale a crescere a spirale.[3] Darwin dimostrò l'erroneità di questa teoria e approfondì i meccanismi adattativi che queste piante hanno sviluppato, paragonandoli a quelli delle orchidee per la fecondazione incrociata.[3]

Nella sua autobiografia Darwin scrive:

(EN)

«In the autumn of 1864 I finished a long paper on Climbing Plants, and sent it to the Linnean Society. The writing of this paper cost me four months: but I was so unwell when I received the proof-sheets that I was forced to leave them very badly and often obscurely expressed. The paper was little noticed, but when in 1875 it was corrected and published as a separate book it sold well. I was led to take up this subject by reading a short paper by Asa Gray, published in 1858, on the movements of the tendrils of a Cucurbitacean plant. He sent me seeds, and on raising some plants I was so much fascinated and perplexed by the revolving movements of the tendrils and stems, which movements are really very simple, though appearing at first very complex, that I procured various other kinds of Climbing Plants, and studied the whole subject. I was all the more attracted to it, from not being at all satisfied with the explanation which Henslow gave us in his Lectures, about Twining plants, namely, that they had a natural tendency to grow up in a spire. This explanation proved quite erroneous. Some of the adaptations displayed by climbing plants are as beautiful as those by Orchids for ensuring cross-fertilisation.[3]»

(IT)

«Nell'autunno del 1864 terminai un lungo articolo sulle piante rampicanti e lo inviai alla Linnean Society. La stesura di questo articolo mi costò quattro mesi di lavoro; tuttavia, ero talmente malato quando ricevetti le bozze da doverle lasciare in uno stato molto scadente e spesso oscuramente espresse. L'articolo ricevette poca attenzione, ma quando, nel 1875, fu corretto e pubblicato come libro a sé stante, ebbe un buon successo di vendita. Mi dedicai a questo argomento dopo aver letto un breve articolo di Asa Gray, pubblicato nel 1858, sui movimenti dei viticci di una pianta della famiglia delle Cucurbitacee. Gray mi inviò dei semi e, coltivando alcune piante, fui talmente affascinato e al tempo stesso perplesso dai movimenti rotatori dei viticci e dei fusti – movimenti in realtà molto semplici, sebbene inizialmente sembrassero molto complessi – che procurai altre varietà di piante rampicanti e studiai l'intero argomento. Fui ulteriormente attratto dal tema poiché non ero affatto soddisfatto della spiegazione che Henslow ci aveva fornito durante le sue lezioni sulle piante avvolgenti, secondo cui esse avrebbero avuto una tendenza naturale a crescere in una spirale. Questa spiegazione si rivelò del tutto errata. Alcuni degli adattamenti mostrati dalle piante rampicanti sono tanto belli quanto quelli delle orchidee per garantire la fecondazione incrociata.»

Il testo offre un'analisi dettagliata delle diverse tecniche di arrampicamento nelle piante, suddividendo il fenomeno in categorie basate sul tipo di struttura utilizzata (spirale, foglie, tendrilli, ganci, radici), diviso in quattro parti.[2]

Parte I: Piante Rampicanti a Spirale

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Questa sezione esplora il movimento di torsione assiale delle piante rampicanti che seguono un movimento a spirale per arrampicarsi. Si analizzano la natura del movimento rotatorio, lo scopo di tale movimento e come esso consenta l'ascesa della pianta. Viene fornita una tabella con i tassi di rotazione delle piante rampicanti e vengono esaminati i "ruotatori anomali", cioè piante che non seguono i modelli usuali di torsione. Vengono anche analizzate le variazioni nella potenza di twining tra diverse specie.[2]

Parte II: Piante Rampicanti con Foglie

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Questa sezione si concentra su diverse piante rampicanti che utilizzano le foglie per arrampicarsi.[2] Vengono trattate specie specifiche come:

  • Clematis e Tropaeolum (tendenze di arrampicamento attraverso la crescita delle foglie),[2]
  • Antirrhineae, Solanum e Fumariaceæ, che usano meccanismi diversi per il supporto. Altri esempi includono Cocculus, Gloriosa, Flagellaria e Nepenthes, ciascuna con modalità peculiari di arrampicamento. La sezione si conclude con un riassunto generale sui rampicanti fogliari.[2]

Parte III: Piante Rampicanti con Tendrilli

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In questa parte si esamina l'uso dei tendrilli, filamenti sottili che si attorcigliano su supporti per permettere alle piante di arrampicarsi.[2] Vengono discussi i principali gruppi di piante che utilizzano i tendrilli:

  • Bignoniaceæ, Polemoniaceæ e Leguminosæ,[2]
  • Compositæ, Smilaceæ, Fumariaceæ e Cucurbitaceæ,[2]
  • Vitaceæ, Sapindaceæ e Passifloraceæ. Particolare attenzione è dedicata alla contrazione spirale dei tendrilli, che è un comportamento meccanico fondamentale per l'arrampicamento. La sezione si conclude con un riassunto generale sulla natura e azione dei tendrilli.[2]

Parte IV: Piante Rampicanti con Ganci e Radici

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Questa parte esplora due altri meccanismi di arrampicamento: l'uso dei ganci e delle radici. Le piante rampicanti con ganci si ancorano a strutture tramite appendici simili a uncini, mentre quelle con radici si aggrappano direttamente ai supporti usando radici aeriformi. La sezione si conclude con osservazioni finali sull'evoluzione e le strategie delle piante rampicanti.[2]

Pubblicazione

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La prima versione dell'opera fu pubblicata nel 1865 come articolo sul Journal of the Linnean Society, intitolato On the Movements and Habits of Climbing Plants. Questa edizione, composta da 118 pagine, fu distribuita sia come parte della rivista che come estratto commerciale. Tuttavia, il testo ricevette poca attenzione inizialmente.[3]

Nel 1875, Darwin rivisitò e ampliò il lavoro, pubblicandolo in forma di libro con l'editore John Murray. Questa edizione, considerata la prima in formato libro, era significativamente più lunga e includeva nuove osservazioni e correzioni. Fu ben accolta dal pubblico e divenne una delle opere botaniche di Darwin più vendute.[3]

  • (EN) Charles Darwin, The movements and habits of climbing plants, London, John Murray, 1875.
  • Giovanni Canestrini e P. A. Saccardo (a cura di), I movimenti e le abitudini delle piante rampicanti, Torino, Unione Tipografico Editrice, 1878.
  1. ^ Canestrini
  2. ^ a b c d e f g h i j k Darwin
  3. ^ a b c d e f g h i j k Freeman

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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