Michelangelo Serafini
Michelangelo[1] Serafini (Firenze, ... – giugno 1555[2]) è stato un poeta, letterato e traduttore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Simone Serafini e allievo di Andrea Dazzi («sapientissimo» insegnante dello Studium fiorentino nelle «greche e romane scritture» al tempo di Pier Soderini),[3] fu attivo nella Firenze di Cosimo I de' Medici (ma soprattutto dei suoi oppositori politici, come le famiglie Salviati o Strozzi) e membro dell'Accademia Fiorentina (di cui fu provveditore nel 1548). Autore di prose letterarie e di rime burlesche che ne accreditano almeno in parte l'immagine di poeta "irregolare", la sua opera più nota è la Nanea (1547), ma fu anche traduttore di testi greci (1548-1555).
La Nanea
[modifica | modifica wikitesto]Imperniata sul tòpos letterario allora non infrequente dei "nani", la Nanea è un poemetto eroicomico in due canti, rispettivamente di 96 e 95 ottave, scritto dal Serafini nell'aprile-maggio 1547[4] come replica o come continuazione della Gigantea del concittadino e socio d'Accademia Girolamo Amelonghi. La sua pubblicazione in un unico volume intitolato La Gigantea insieme con la Nanea novamente mandata in luce (Firenze, Eredi di Lorenzo Torrentino, 1566) generò, almeno inizialmente, l'equivoco che entrambi i testi fossero dell'Amelonghi benché la Nanea recasse la sigla MSAF (Michelagniolo Serafini Accademico Fiorentino). Vi è poi un terzo poemetto, La guerra de' mostri di Anton Francesco Grazzini detto il Lasca, che completa questo trittico di opere burlesche e allusive alle vicende che nel 1547 turbarono la vita dell'Accademia Fiorentina e portarono all'epurazione di quasi tutti i suoi membri originari (gli "Umidi"); anche in questo caso la pubblicazione in un unico volume dei tre testi portò ad attribuire a lungo la Nanea al Grazzini.
Edizioni successive:
- Girolamo Amelonghi, Michelangelo Serafini e Anton Francesco Grazzini, La Gigantea et La nanea insieme con La guerra de mostri, Firenze, Antonio Guiducci, 1612.
- Con il titolo La gigantea, la nanea e la guerra dei mostri. Poemi di diversi, venne anche pubblicata nel 2º vol. della "Raccolta di poemi eroico-comici" con la falsa indicazione di Yverdon, ma in realtà Firenze, Giuseppe Allegrini, 1772.
- La Gigantea e la Nanea insieme con la Guerra de' mostri e le Stanze del poeta Sciarra [Pietro Strozzi], Leida, Van der Bet, ma in realtà Firenze, Giovanni Betti, 1823.
- Giuseppe Crimi e Cristiano Spila (a cura di), Nanerie del Rinascimento. La 'Nanea' di Michelangelo Serafini e altri versi di corte e d'accademia, Manziana, Vecchiarelli, 2006. ISBN 978-88-8247-186-6. Il volume è composto di tre parti: la prima è una silloge di testi letterari commentati (di cui due inediti) dal Quattrocento al Seicento in cui i nani sono protagonisti; la seconda è l'edizione critica della Nanea, ricca di annotazioni che ne svelano e interpretano le allusioni all'Accademia Fiorentina; la terza raccoglie le "Appendici" (alcuni testi curiosi di o sui nani, bibliografia e indici).
Altre opere
[modifica | modifica wikitesto]- Orazione in morte di Andrea Dazzi, recitata pubblicamente nel convento di Santa Maria Novella il 20 dicembre 1548 (non pubblicata).[5]
- La Penisse [cioè Le fenicie] tragedia di Euripide tradotta in volgar fiorentino (non anteriore al 1548 - non pubblicata).
- Febo e Dafne, favola in versi sciolti (1549 - non pubblicata).
- Sopra un sonetto della gelosia di m[esser] Giovanbatista Strozzi, Firenze, Lorenzo Torrentino, 1550. L'opera, «primo parto dello mio ingegno» come la definisce lo stesso autore nella dedica ad Alessandro Salviati (p. 9), è la riproduzione a stampa di una lezione «recitata da lui publicamente nell'Academia Fiorentina» il 3 novembre 1549 (p. 11).[6]
- Expositione della Canzone sopra la carbonata (non pubblicata).[7]
- Alcuni madrigali, di cui 17 sono riportati in Francesco Trucchi (a cura di), Poesie italiane inedite di dugento autori dall'origine della lingua infino al secolo decimosettimo, Prato, Ranieri Guasti, 1846-1847, vol. 4º, pp. 52-60. Un altro madrigale, una canzone e sei sonetti si trovano invece in un manoscritto della Biblioteca Medicea Laurenziana.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Forma tradizionale del nome, di cui si conoscono anche le grafie Michelagniolo e Michel'Angelo.
- ^ Crimi e Spila, op. cit,, p. 143.
- ^ «Fu il primo il sapientissimo Andrea Dazzi che osasse di por mano nella eloquenza greca e pubblicamente la insegnasse come Empedocle Agrigentino nell'arte oratoria e Aristotile Stagirite nel vero modo di filosofare: a quel tempo essa era negletta e tenuta in poco conto e il Dazzi colle sue dotte e vere interpretazioni dalle tenebre la ridusse alla luce, e coi suoi scritti grandemente la illustrò.» Continuò a insegnare a Firenze anche dopo il trasferimento dello Studium a Pisa voluto da Cosimo I e anche quando, negli ultimi anni della sua vita, rimase cieco. Così il Serafini nella sua Orazione in morte..., cit.
- ^ Una copia manoscritta della Nanea in ottava rima del 3 agosto 1549 è conservata alla Biblioteca Magliabechiana (VII, 1149). Sul poemetto e le sue possibili datazioni si possono vedere, fra gli altri: la voce "Serafini, Michelangelo", nella Treccani; Giulio Natali, "Giocosa, Poesia", in Enciclopedia Italiana, 1933, che la pone nel 1548; Franco Pignatti, "Grazzini, Antonfrancesco (detto il Lasca)", nel Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 59, 2003 (vi si fa riferimento a un'edizione a stampa del 1549); Crimi e Spila, op. cit., pp. 145-162 e 180-181; Guido Sacchi, "La poesia giocosa e la satira", in Antonio Balduino (a cura di), Storia letteraria d'Italia, Padova, Piccin - Milano, Vallardi, 2006, vol. 7º (Il Cinquecento), tomo 2º, p. 1109. ISBN 88-299-1820-2 (consultabile anche su Google Libri). Va ricordato che eventuali discordanze fra le date possono essere ricondotte all'impiego del calendario fiorentino che, posticipando l'inizio dell'anno al 25 marzo (ab Incarnatione Domini), utilizzava ancora il numerale dell'anno precedente per il periodo dal 1º gennaio al 24 marzo.
- ^ Manoscritto conservato alla Biblioteca Magliabechiana (IX, 26).
- ^ Il volume è consultabile anche su Google Libri.
- ^ Codice mutilo conservato alla Biblioteca Magliabechiana (VII, 1094). Con il titolo Espositione della Canzione sopra la carbonata è presente in Google Libri, ma senza possibilità di visualizzazione.
- ^ Rime di diversi autori del 1500 (Conventi Soppressi 504).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antonietta Porro, "Volgarizzamenti e volgarizzatori di drammi euripidei a Firenze nel Cinquecento", in Aevum, n. 3, 1981 (55), pp. 481-508.
- Lidia Caciolli, "Due sconosciuti traduttori cinquecenteschi di testi greci: Michelangelo Serafini e Giovanni da Falgano", in Critica letteraria, n. 70, 1991, pp. 159-168.
- Franco Pignatti, "Il 'Comento di Maestro Niccodemo Dalla Pietra al Migliaio' del Lasca. Preliminari per un'edizione e note critiche", in Antonio Corsaro e Paolo Procaccioli (a cura di), Cum notibusse et comentaribusse. L'esegesi parodistica e giocosa del Cinquecento (seminario di letteratura italiana tenuto a Viterbo il 23-24 novembre 2001), Manziana, Vecchiarelli, 2002, pp. 109-146. ISBN 88-8247-092-X.
- Michel Plaisance, L'Accademia e il suo Principe. Cultura e politica a Firenze al tempo di Cosimo I e di Francesco de' Medici, Manziana, Vecchiarelli, 2004. ISBN 88-8247-124-1.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Serafini, Michelangelo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giuseppe Crimi, SERAFINI, Michelangelo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 92, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
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