Vai al contenuto

Ipotesi alternative sull'AIDS

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Le pratiche descritte non sono accettate dalla medicina, non sono state sottoposte a verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Potrebbero pertanto essere inefficaci o dannose per la salute. Le informazioni hanno solo fine illustrativo. Wikipedia non dà consigli medici: leggi le avvertenze.
Visione al microscopio elettronico del virus dell'immunodeficienza umana. I negazionisti dell'HIV/AIDS contestano l'esistenza dell'HIV e/o il suo ruolo nel causare l'AIDS.

Le ipotesi alternative sull'AIDS identificano alcune congetture, in buona parte collegate a varie teorie del complotto, secondo le quali l'AIDS non sarebbe causato dal retrovirus HIV, o addirittura il virus stesso non esisterebbe[1].

Tali ipotesi sono comunemente catalogate come pseudoscientifiche in quanto infondate[1], essendo il nesso causale tra HIV e AIDS ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica[2][3].

Da parte dei movimenti negazionisti sono state formulate varie ipotesi riguardo alla natura dell'HIV e dell'AIDS, come ad esempio[4]:

  • l'HIV non esiste
  • l'HIV è innocuo, e la vera causa dell'AIDS sarebbe una combinazione di altri fattori
  • l'HIV esiste e potrebbe causare l'AIDS, ma non è stato mai provato scientificamente
  • il termine AIDS è improprio, in quanto rappresenterebbe un insieme di malattie già note
  • l'AIDS non si comporta come una malattia infettiva
  • l'AIDS non soddisfa i postulati di Koch sulle malattie infettive
  • il test HIV è inaffidabile

I fautori delle teorie alternative attribuiscono l'origine dell'AIDS primariamente all'abbassamento delle difese del sistema immunitario, rigettando tutte le ricerche e dimostrazioni effettuate nel corso dei decenni che fanno risalire al virus la causa della sindrome. Buona parte delle tesi alternative attribuiscono l'indebolimento talora irreversibile del sistema immunitario a una presunta interazione di una serie di concause: una delle motivazioni addotte è per esempio l'uso o l'abuso di farmaci, in primis gli antibiotici, di cui viene sostenuto l'utilizzo spropositato anche quando non realmente necessari, e le capacità di debilitare il sistema immunitario dei soggetti affetti da AIDS[5]. Simili accuse vengono avanzate contro i cortisonici (uno dei cui effetti collaterali, talora sfruttato a scopi terapeutici, è quello di deprimere il sistema immunitario), gli psicofarmaci e varie altre categorie di medicinali.

Prima del 1984, anno della definizione ufficiale del virus HIV come causa dell'AIDS, molte furono le ipotesi avanzate per spiegare questa nuova malattia. Fattori come l'abuso occasionale di droga e di farmaci, determinati ambienti sociali, infezioni da malattie veneree, modelli comportamentali e altro furono presi in esame dai ricercatori. A seguito dell'aumento a livello mondiale dei casi di AIDS tra i soggetti sottoposti a trasfusioni di sangue, emofiliaci, partner sessuali infetti, e altri gruppi di individui, si appurò che la malattia si trasmetteva attraverso il contatto con il sangue e i rapporti sessuali, e si affermò quindi l'ipotesi dell'HIV come causa predominante (Cohen, 1994a; Horton, 1995).

Uno dei primi a mettere in dubbio la correlazione tra HIV e AIDS fu nel 1984 Casper Schmidt (morto 10 anni più tardi per patologie AIDS-correlate[6][7]), il quale scrisse un articolo sul Journal of Psychohistory intitolato "The Group-Fantasy Origins of AIDS" (Schmidt 1984, pp. 37–78) in cui sosteneva che l'AIDS sarebbe un esempio di "isteria epidemica", in cui gruppi di persone inconsciamente darebbero forma concreta ai conflitti sociali, e paragonò la malattia a casi documentati di isteria epidemica del passato, che furono ritenuti erroneamente di origine infettiva. Tale articolo presentava tuttavia un elevato livello di speculazione teorica, dovuto anche alle scarsissime conoscenze allora disponibili sulla biologia dell'HIV. Dubbi sull'associazione HIV-AIDS vennero avanzati anche da ricercatori appartenenti al National Institutes of Health.

Fotografia del Giugno 2013

Diverse associazioni di fautori delle ipotesi alternative, spesso caratterizzate dal rifiuto di qualunque dibattito scientifico razionale[8], fanno spesso riferimento alla figura di Peter Duesberg, professore di Biologia Cellulare e Molecolare presso l'University of California, Berkeley, il quale è divenuto nel tempo una delle figure di spicco del movimento negazionista sulla correlazione HIV-AIDS.

Tra i più famosi attivisti del movimento dissidente, limitandosi ai deceduti dopo l'anno 2000, figurano: Karri Stokely[9], Christine Maggiore[10], Ken Anderlini[11], Michael Bellefountaine[12], Kim Bannon[13], Sophie Brassard[14], Ronnie Burk[15], Jerry Colinard[16], Sylvie Cousseau[17] Gos Blank[18], Boyd Ed Graves[19], Mark Griffiths[17], Robert Johnston[20], John Kirkham[6], Kelly Jon Landis[17], Sandi Lenfestey[19], Jack Levine[17], Peter Mokaba[21], Marietta Ndziba[22], Isabel Otaduy Sömme[23], Maria Papagiannidou[24], David Pasquarelli[25], Emery Taylor[26], Huw Christie Williams[27] Scott Zanetti[28]. Tutti gli attivisti citati sono deceduti a causa di patologie AIDS-correlate[6][17][29][30].

Tra il 1992 e il 2001, a dare voce al movimento negazionista, vi fu anche una rivista, Continuum. Le sue pubblicazioni cessarono in quanto nel corso degli anni erano morti di patologie AIDS-correlate tutti i suoi editori[27][28][31][32].

Alcuni vincitori del premio Nobel, tra cui il chimico e ufologo contattista Kary Mullis[33][34], hanno espresso in varie situazioni il loro supporto alle teorie alternative sull'HIV.

Teorie riguardo all'HIV

[modifica | modifica wikitesto]

L'HIV non esiste

[modifica | modifica wikitesto]

Una delle più diffuse affermazioni dell'ambiente negazionista è che non esistano prove certe dell'esistenza del virus HIV[35][36]. La mancata dimostrazione della sua esistenza avrebbe varie motivazioni, tra cui il fatto che il virus sarebbe isolabile solo tramite la centrifugazione a gradiente di densità (che permette la separazione delle particelle in base alla densità per mezzo di un gradiente di densità variabile)[37][38].

Sebbene questa tecnica spesso sia ancora utilizzata per isolare l'HIV-1 e altri Lentivirus, a partire dai primi anni settanta sono stati ideati sistemi più elaborati, compresa la riproduzione di cellule infette clonate[39][40][41][42][43][44].

Ciò ha portato la comunità scientifica internazionale a stabilire al di là di ogni ragionevole dubbio che HIV-1 e HIV-2 esistano e siano responsabili dell'AIDS nell'uomo: entrambi i virus peraltro sono stati isolati, fotografati[45][46][47][48] e i loro genotipi individuati. L'HIV-1 è stato isolato anche a differenti stadi dell'infezione[49].

L'HIV è innocuo

[modifica | modifica wikitesto]

«Un po' come dire che, siccome alcuni fumatori non si ammalano di cancro al polmone, allora il fumo è innocuo»

Opinione diffusa nell'ambito delle teorie alternative è che l'HIV sarebbe inoffensivo[4]: a riprova di ciò viene sostenuto che un esiguo numero di individui positivi all'HIV non contrae alcuna malattia neppure 15 o 20 anni dopo essere risultato positivo al retrovirus, mentre in alcuni soggetti sieronegativi insorgono varie patologie correlate all'AIDS tipiche dei soggetti sieropositivi[51][52].

Va tuttavia ricordato che in diverse malattie infettive vi è un numero minoritario di individui che non manifesta alcun sintomo anche a distanza di molti anni, a causa delle differenze che caratterizzano gli individui stessi. Nel caso dell'HIV vi sono diverse condizioni genetiche che interferiscono sulla progressione della immunodepressione, la più nota dei quali è una mutazione CCR5-Δ32[53][54][55][56].

Lo stesso argomento in dettaglio: CCR5 § La variante Δ32.

Vi sono diverse altre condizioni genetiche che svolgono un ruolo protettivo più o meno marcato, alcune note da tempo[57], altre ancora dibattute.

Anche negli individui senza condizioni genetiche particolari, secondo il punto di vista corrente, è prevedibile un lungo periodo di latenza prima che l'AIDS si manifesti, poiché il virus impiega anni per dare origine all'immunodepressione, condizione indispensabile per permettere l'insorgere di varie malattie opportunistiche. Si ritiene infatti che tra l'infezione da HIV e l'insorgere dell'AIDS trascorrano da otto a dieci anni.

L'HIV utilizza un sistema di trascrizione del suo materiale genetico diverso dagli organismi a DNA (essendo infatti un retrovirus a doppia catena di RNA+); questo sistema di trascrizione è molto "infedele" e provoca molti errori, inoltre nelle varie popolazioni virali risulta presente in moltissime varianti. Anche nello stesso paziente si possono trovare due cloni diversi dello stesso virus e ciò spiega anche la comparsa della resistenza ai farmaci antiretrovirali oggi in commercio. Infatti il virus, nei primi anni dell'infezione, si trova in un equilibrio dinamico con il sistema immunitario. Il virus è comunque in attiva replicazione all'interno dei linfociti CD4+, ma il numero di cellule infettate e che muoiono viene rimpiazzato da nuove cellule, che vengono a loro volta infettate. A ciò va aggiunto che condizioni di stress o infezioni virali promuovono la replicazione del virus e l'infezione di nuove cellule CD4+. Si arriva così a uno squilibrio, con la progressiva riduzione dei linfociti e l'insorgere della malattia conclamata in un arco di tempo che può variare da 8 a 12 anni.

Vari negazionisti sostengono che più in generale tutti i retrovirus siano innocui: ma essendo ampiamente dimostrato il legame tra alcuni tipi di leucemia da linfocita T e di linfomi con il retrovirus RNA, chiamato virus linfotropo T umano di tipo I (HTLV-1), causa di una grave forma di leucemia diffusa ai Caraibi, in Africa e Giappone, tale ipotesi risulta confutata. In effetti l'HIV stesso in origine venne ritenuto una variante di HTLV, ovvero HTLV-3.

L'HIV esiste, ma non è stato mai provato che possa causare l'AIDS

[modifica | modifica wikitesto]

Simile alla precedente è la teoria secondo cui non vi sono ancora prove sufficienti che l'HIV causi l'AIDS[58], e che servono ulteriori studi per raccogliere dati al riguardo.

Tale tesi è stata ampiamente smentita confrontando sottopopolazioni omogenee di pazienti: all'interno di quelle in cui si riscontra la presenza dell'HIV si osserva invariabilmente anche un notevole numero di diagnosi di AIDS. Ciò avviene anche nel caso degli emofiliaci, popolazione di pazienti che secondo il famoso ricercatore negazionista Peter Duesberg verrebbe colpita da AIDS non a causa dell'HIV ma di proteine contaminanti presenti nelle sacche di fattore VIII che in conseguenza della loro malattia sono obbligati a trasfondersi regolarmente[1][3].

I primi studi su ampie popolazioni furono pubblicati fin dalla metà degli anni '90. Ad esempio, il Multicenter Hemophilia Cohort Study, pubblicato nel 1995, osservava che in una popolazione di 1028 emofiliaci seguiti mediamente per 10,3 anni, gli individui HIV-sieropositivi (321) avevano una probabilità di morte 11 volte superiore rispetto a quelli HIV-sieronegativi (707)[3][59].

I dati epidemiologici raccolti in vari paesi mostrano come, col diffondersi dell'HIV, vi sia stato un drammatico aumento delle immunodepressioni e delle malattie AIDS-correlate. Particolarmente significativi sono i dati raccolti in Thailandia dal Center of Disease Control and Prevention successivamente alla rapida diffusione dell'HIV in tale paese, quando i test di controllo erano già di routine.

Epidemiologia dell'HIV e diagnosi di AIDS in Thailandia
Anno Casi stimati di HIV-sieropositivi Nuovi casi riportati di AIDS Casi cumulativi riportati di AIDS
1988 12850 18 18
1989 86000 34 52
1990 297000 91 143
1991 499000 460 603
1992 634000 1485 2088
1993 708000 6026 8114
Fonte: Science, vol.266, 9 dicembre 1994, pag.1647[60]

In Thailandia il primo test anticorpale per l'HIV ebbe una ampia diffusione fin dalla fine del 1985, a tal punto che nel 1987 era stato effettuato in 200.000 campioni di sangue su ogni possibile gruppo a rischio, individuando poco meno di 100 casi positivi al contagio. Dal 1987 in poi si osservò un repentino aumento. Alla fine del 1993 si stima che gli HIV-sieropositivi fossero saliti a 700.000 individui. All'aumento delle diagnosi di HIV seguì, in un paio di anni, un proporzionale aumento dei casi di AIDS. Tra il 1988 e il giugno 1991 vi furono solo 603 casi di AIDS ma entro la fine del 1993 i casi totali salirono a più di 8000[60].

A questi si aggiungono ulteriori studi, come quelli effettuati nello Zaire (ora Repubblica Democratica del Congo), dove a inizio anni novanta la probabilità di morte per diarrea i neonati HIV-sieropositivi era 11 volte superiore rispetto ai neonati HIV-sieronegativi[3][61].

Nello stesso periodo, in Ruanda, la mortalità entro i 5 anni di vita era 21 volte superiore tra i bambini HIV-sieropositivi rispetto ai bambini HIV-sieronegativi[62]. Tra le madri di questi bambini, la mortalità era 9 volte superiore nei 4 anni di follow-up nelle madri sieropositive rispetto a quelle sieronegative[63][64].

Uno studio di tre anni in Malawi, alla fine degli anni novanta, ha osservato che la mortalità entro il primo anno di vita tra neonati HIV-sieropositivi era 9,5 superiore a rispetto a neonati HIV-sieronegativi.[65].

Teorie riguardo all'AIDS

[modifica | modifica wikitesto]

Il termine AIDS è improprio, è un altro nome per un insieme di malattie già note

[modifica | modifica wikitesto]
Diminuzione dell'aspettativa di vita in alcuni dei paesi africani più colpiti dall'epidemia di AIDS

Un'altra affermazione avanzata dai movimenti negazionisti sostiene che l'HIV non sia responsabile dell'AIDS, la cui causa verrebbe ricondotta a una combinazione di altri fattori, sia infettivi che non infettivi. In base a queste teorie, sotto il termine "AIDS" si tenderebbe a classificare una ampia serie di patologie già note, e non esisterebbe quindi una definizione omogenea di AIDS dal punto di vista territoriale. In particolare, nelle nazioni svantaggiate dal punto di vista economico, come diverse nazioni in Africa, non è richiesto un esame di laboratorio per diagnosticare la sindrome a causa dei costi inaccessibili. Questo farebbe sì che l'epidemiologia dell'AIDS non avrebbe, secondo questa teoria, modelli o regolamentazioni uniforme.

Gli assertori dell'inesistenza dell'AIDS sono del parere che, per accertare la malattia, risulta di fondamentale interesse il test per la ricerca degli anticorpi HIV. Una trentina di patologie riconducibili all'AIDS, tra cui il sarcoma di Kaposi e la polmonite interstiziale plasmacellulare, possono essere diagnosticate come AIDS solo se è indubbia la prova sierologica del virus HIV, senza il quale queste malattie hanno origine da altre ridotte capacità immunitarie.

In altre parole, l'individuazione della sindrome sarebbe a loro dire un esempio di ragionamento vizioso: dal momento che per formulare una diagnosi di AIDS è necessaria la presenza di anticorpi HIV, per definizione non può esistere AIDS se non vengono rinvenute tracce di HIV nel sangue dei pazienti. Inoltre, aggiungono i critici, molte malattie riconducibili alla sindrome, come il cancro della cervice uterina[66], non sono direttamente collegate all'immunodeficienza e non devono essere ritenute una forma di AIDS.

Va tuttavia rammentata la stretta evidenza (più volte dimostrata) sulla correlazione tra HIV e AIDS, per la quale sono gli anticorpi dell'HIV a definire le caratteristiche della sindrome, anche in concomitanza di diverse patologie. Ad esempio, per quanto riguarda l'Africa, in uno studio nel 1994-1995 in Costa d'Avorio, tra individui HIV-sieropositivi con tubercolosi polmonare, la probabilità di morire entro i sei mesi era 17 volte superiore agli individui HIV-sieronegativi con tubercolosi polmonare[67].

Un secondo riscontro si è avuto nella seconda metà degli anni '90, in Sudafrica, dove il tasso di mortalità tra i bambini ospedalizzati per gravi infezioni al tratto respiratorio inferiore era di 6.5 superiore tra bambini HIV-sieropositivi rispetto ai bambini HIV-sieronegativi (Madhi et al. Clin Infect Dis 2000;31:170)[3].

Il termine "AIDS" ha inoltre subito una ridefinizione rispetto al periodo precedente alla scoperta dell'HIV: in origine esso non era riferito a tale virus, non ancora scoperto. Quando fu comprovata la teoria che è l'HIV a provocare l'AIDS, il virus fu associato inequivocabilmente alla sindrome. Nel campo della medicina è molto frequente descrivere una patologia sulla base della sintomatologia e, successivamente, modificare la terminologia medica quando si precisano le cause[68].

La prima definizione di AIDS da parte del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) nel settembre del 1982 includeva un elenco di tredici malattie, "da ritenersi con cautela sintomatiche di un difetto nell'immunità delle cellule in un soggetto del quale non è nota la causa della minor resistenza a quella malattia". La scoperta dell'HIV risale al 1984; l'anno successivo, a seguito di una controversia con gli esperti di epidemiologia, il CDC modificò la definizione corrente di AIDS introducendo una serie di patologie che si sarebbero dovute associare all'AIDS soltanto se si presentavano in concomitanza con un test HIV positivo e che continuarono a diagnosticare casi di AIDS con o senza un test HIV positivo.[non chiaro]

A seguito dell'esperienza dei diversi tipi di malattia, venne accertato che il morbo era correlato a un numero maggiore di affezioni rispetto a quelle classificate in origine, al punto che nel 1987 il CDC ne aggiunse alcune, tra cui l'encefalopatia e la tubercolosi, precedentemente escluse dall'elenco perché non menzionate durante l'indagine epidemiologica.

Apparve comunque chiaro che il termine vigente non era suffragato da un'opportuna sperimentazione clinica. Alcuni pazienti avevano contratto l'HIV e soffrivano di malattie riconducibili alla sindrome AIDS; altri erano affetti da malattie derivate dalla sindrome (come una lesione cutanea da sarcoma di Kaposi), eppure erano in salute. Nel gennaio 1993 la definizione di AIDS negli USA venne modificata e la diagnosi fu formulata prendendo come valore di riferimento un numero di cellule CD4 inferiore a 200, oppure una percentuale inferiore a 14 e vennero aggiunte altre patologie sintomatiche sulla base di uno studio epidemiologico: il carcinoma invasivo della cervice uterina, la tubercolosi e la polmonite cronica.

L'AIDS non si comporta come una malattia infettiva

[modifica | modifica wikitesto]

Vari negazionisti sostengono che:

  1. La "malattia dell'AIDS" avrebbe avuto un decorso diverso dalle più comuni patologie infettive, le quali si diffondono con estrema rapidità, a livelli quasi esponenziali; infatti, in confronto a queste, la propagazione dell'AIDS è avvenuta con una certa lentezza, e ciò a loro dire dimostrerebbe che non è dovuta a un agente infettivo[51].
  2. I negazionisti sostengono altresì che nell'America settentrionale e nell'Europa occidentale la diffusione non sia casuale, poiché si riscontra maggiormente in determinati gruppi sociali, e inoltre si suddivide in distinte infezioni collaterali, con patologie specifiche riconosciute come AIDS.
  3. Sempre secondo l'opinione dei negazionisti, l'AIDS in Africa presenterebbe caratteristiche del tutto diverse da quelle dell'analoga sindrome diffusa nei paesi dell'Occidente. Uno fra gli esempi citati è che in quel continente colpisce lo stesso numero di uomini e donne, mentre in Nord America e nell'Europa occidentale ne sono affetti più gli uomini che le donne. Viene citata inoltre anche un'altra statistica, secondo la quale l'AIDS nei paesi occidentali è associata soprattutto all'uso di droghe, mentre in Africa con la malnutrizione e la povertà. Questi vengono presentati come presunti segnali indicatori di un'origine non infettiva dell'AIDS[69].

Il punto di vista unanime della comunità scientifica internazionale sostiene invece tesi diametralmente opposte, suffragate da vari dati ottenuti nel corso dei decenni:

  1. La lentezza con cui l'AIDS si diffonde è da attribuirsi a un lungo periodo di incubazione dell'HIV, oltre che alle nuove cure e campagne di prevenzione che ne hanno rallentato la propagazione. Esistono del resto numerose patologie infettive molto note a progressione e diffusione lenta: ad esempio, il morbo di Creutzfeldt-Jakob e l'epatite C. In realtà, questo fatto non implica affatto che la malattia non sia contagiosa. La trasmissione attraverso il contatto con i fluidi corporei è stata ampiamente dimostrata, ed è tipica di un'infezione; l'HIV, in merito al contagio attraverso il sangue e il latte materno, si comporta esattamente come tutti gli altri virus. La gran quantità e incidenza dei dati a disposizione consente di fare previsioni certe, basate sull'assunto che l'AIDS è una malattia contagiosa e l'epidemiologia non è incompatibile con la causa infettiva.
  2. La diffusione maggiore all'interno di gruppi specifici di persone, come eroinomani o omosessuali, con elevata frequenza di rapporti non protetti, avviene proprio perché il contagio si ha, solitamente, per via sessuale o con lo scambio degli aghi.
  3. L'HIV induce lo stato di immunodepressione il quale, a sua volta, è causa di malattie specifiche tra gruppi diversi di individui. Ad esempio, nel caso di due persone entrambe immunodepresse, se una beve acqua pura e l'altra no, è ovvio aspettarsi che chi abbia bevuto acqua inquinata abbia maggiori probabilità di soffrire di diarrea, malgrado l'affinità delle difese dell'organismo.
  4. Molteplici elementi spiegherebbero perché l'AIDS sia presente in diversi gruppi di persone in continenti diversi: uno di essi è la pura coincidenza dell'insorgere dei primi casi di malattia in gruppi sociali diversi e in continenti diversi. Le campagne d'informazione possono avere avuto un effetto positivo in Occidente, cosa che non è avvenuta in Africa. Considerato inoltre che povertà, malnutrizione e uso di droghe sono tutti fattori di rischio per l'infezione da HIV, risulta evidente che l'associazione dell'AIDS con l'uso di droghe in nord America e in Europa occidentale deriva dal maggior uso di droghe che viene fatto in queste zone, mentre la diffusione di povertà e malnutrizione in Africa verosimilmente determinano una minor presenza di elevati standard di igiene e controllo della salute pubblica in quel continente.
  5. Dal punto di vista storico, l'insorgenza dell'AIDS nella popolazione mondiale ha accompagnato la comparsa dell'HIV. Negli Stati Uniti, il primo caso di AIDS fu individuato nel 1981 tra omosessuali maschi di New York e californiani e, in precedenza, un esame su alcuni campioni congelati di sangue appartenenti a un vasto numero di uomini omosessuali ha rivelato la presenza di anticorpi HIV fin dal 1978, non prima. Negli anni successivi, in ogni regione, paese, città dove è apparso l'AIDS, l'evidenza dell'infezione HIV ha preceduto l'AIDS di pochi anni[70][71][72][73].

L'AIDS non soddisfa i postulati di Koch sulle malattie infettive

[modifica | modifica wikitesto]

Affinché l'HIV come causa dell'AIDS avvalori i postulati di Koch, devono sussistere le seguenti condizioni:

  • essere presente in tutti gli individui affetti da AIDS[74]
  • poter essere isolato in persone malate di AIDS
  • far insorgere la malattia se iniettato in un soggetto sano[75]
  • poter isolare l'HIV di un individuo nuovamente infetto

Idealmente, ed entro i limiti della sperimentazione etica, la dimostrazione della validità di quei postulati aiuta a individuare in modo abbastanza efficace la causa di una malattia. Molti negazionisti sostengono che la presunta impossibilità di comprovare questi postulati potrebbe mettere in dubbio che l'HIV è causa di AIDS[51].

La comunità scientifica internazionale controbatte a tali ipotesi sottolineando come l'HIV confermi invece i postulati di Koch, e che le eventuali eccezioni sono semplicemente dovute alla scarsa reattività dell'esame HIV nel primo periodo dopo il contagio, o all'imperfezione delle prime tecniche di isolamento messe a punto, piuttosto che all'inesistenza del virus stesso, che è ampiamente identificato.

Nel caso specifico, per quanto riguarda i postulati 1 e 2 in rapporto all'HIV-1, le moderne tecniche di coltura hanno permesso di isolare l'HIV in quasi tutti i malati di AIDS, come pure in quasi tutti i soggetti risultati sieropositivi sia nel primo sia nell'ultimo stadio della malattia.I pochi casi in cui la presenza del virus non è stata riscontrata nei pazienti sieronegativi che successivamente hanno sviluppato AIDS risultano essere al di sotto del limite dell'errore sperimentale, quindi non significativi. La reazione polimerasica a catena (PCR, un sistema di riproduzione di una molecola di DNA) e altre tecniche molecolari permettono ai ricercatori di accertare la presenza di geni HIV nella quasi totalità dei malati di AIDS, e anche in soggetti al primo stadio della sindrome.

I rari casi di pazienti che non hanno sviluppato immunodeficienza in seguito a infezione da HIV sono tutti risultati portatori di mutazioni a carico delle molecole (CD4; CCR5; CXCR4) che mediano l'ingresso del virus nella cellula, quindi fisiologicamente immuni alla malattia. La presenza di soggetti immuni, riscontrata nella maggior parte delle malattie infettive, tuttavia non è condizione che dimostri una mancata conferma dei postulati di Koch[76].

I postulati 3 e 4 sono stati inoltre confermati da circostanze che hanno interessato i tecnici di tre laboratori di analisi, che non presentavano fattori di rischio e che hanno sviluppato l'AIDS o una grave immunodepressione dopo essere stati esposti accidentalmente a un'alta concentrazione di HIV clonato in laboratorio. In tutti e tre i casi, l'HIV è stato isolato dal soggetto infettato, monitorato, e ha dimostrato di essere il ceppo infettivo del virus. In un altro caso, la trasmissione dell'HIV da un dentista della Florida a sei suoi pazienti è stata documentata dagli studi genetici sul virus, isolato sia nel medico sia nei pazienti; il dentista e tre di loro si ammalarono di AIDS e morirono, e almeno uno dei rimanenti ha sviluppato l'AIDS; cinque dei pazienti non erano soggetti a nessun fattore di rischio HIV, a parte le frequenti visite dentistiche a causa di infezioni[77][78][79].

Inoltre, nel dicembre del 1999 il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) ha ricevuto i rapporti inerenti a 56 persone che esercitano la professione nel settore sanitario insieme alla prova documentata di un'infezione da HIV contratta sul lavoro, e di questi 25 avevano sviluppato l'AIDS in mancanza di altri fattori di rischio. L'insorgenza dell'AIDS a seguito della produzione di anticorpi da HIV è stata più volte riscontrata nei casi di trasfusione di sangue nei bambini e negli adulti, nella trasmissione madre-figlio e negli studi sull'emofilia, sull'uso di droga per iniezione e sulla trasmissione sessuale, in cui l'aumento degli anticorpi è dimostrabile con dei prelievi ripetuti di sangue[80][81]. Per esempio, in un'indagine condotta per dieci anni nei Paesi Bassi, i ricercatori hanno seguito undici bambini contagiati dall'HIV alla nascita da piccole quantità di plasma appartenenti a un unico donatore di sangue infettato da HIV. In questi dieci anni, otto bambini sono morti di AIDS; gli altri tre hanno evidenziato una diminuzione progressiva dell'immunità delle cellule, e di questi tre, due hanno manifestato sintomi riconducibili all'infezione da HIV[82].

I postulati di Koch sono stati confermati anche su esemplari di animali contagiati da AIDS umano: scimpanzé infettati in laboratorio con HIV hanno sviluppato una grave immunodepressione e AIDS; in topi affetti da immunodeficienza grave mista (SCID), una sindrome che colpisce i neonati e provoca infezioni per lo scarso numero di linfociti T e B, l'HIV provoca casi analoghi di distruzione delle cellule e di patogenesi come quelli accertati nell'uomo. L'HIV-2, una variante meno infettiva dell'HIV, causa di AIDS in soggetti umani, è anche all'origine di una sindrome simile all'AIDS nei babbuini; oltre una decina di virus da immunodeficienza delle scimmie (SIV), imparentato con l'HIV, è causa di AIDS nei macachi dell'Asia; inoltre virus con più genomi, gli SHIV, contenenti un ceppo SIV con diversi geni HIV in luogo dei corrispondenti geni SIV, provoca l'AIDS nei macachi. A ulteriore riprova del legame di questi virus con l'AIDS, i ricercatori hanno avuto la conferma che virus SIV/SHIV isolati in animali malati di AIDS sono all'origine della malattia se trasmessi ad animali sani[83][84][85][86][87].

Va detto comunque come Koch stesso complessivamente cassò la seconda parte del primo postulato quando scoprì i portatori asintomatici di colera e, successivamente, di febbre tifoide.

Il test HIV sarebbe inaffidabile

[modifica | modifica wikitesto]

Molti di quanti mettono in dubbio l'HIV come causa dell'AIDS dichiarano che la tecnica dell'esame della ricerca del virus HIV nell'uomo potrebbe essere difettosa[4]. Uno degli esempi comunemente citati è la possibilità di avere a che fare con un falso positivo, ossia un soggetto riscontrato positivo all'HIV, mentre in realtà è negativo (il problema dei "falsi positivi" è problema comune a tutte le metodologie di ricerca clinica). Viene anche affermato che la presenza di anticorpi all'HIV dovrebbe comprovare che il virus all'interno dell'organismo stia per essere annientato dal sistema immunitario, piuttosto che essere un sintomo che il virus è attivo[88].

Biologi e ricercatori sono perfettamente consapevoli che da tutti i test medici emergono sempre piccoli numeri di falsi positivi e di falsi negativi, e si adoperano affinché la percentuale di entrambi sia sempre più bassa. In ogni modo, i ricercatori si basano sui dati relativi a un gruppo e non a un singolo individuo, in modo che ogni riscontro ingannevole non possa far travisare i risultati.In effetti, le infezioni diagnosticate per mezzo del test sugli anticorpi sono uno dei più apprezzati principi della medicina[senza fonte]. Dal punto di vista tecnico i risultati dei test degli anticorpi HIV sono ritenuti superiori alla maggior parte dei test sulle malattie infettive sia in termini di sensibilità (la capacità di dare un esito positivo in presenza della malattia) sia in termini di specificità (la capacità di dare un esito negativo in assenza della malattia). Tutti i test sierologici attualmente approvati ed effettuati presentano una sensibilità e una specificità superiori al 98% dopo 3 mesi e pari al 100% dopo i 6 mesi dal presunto contagio ("periodo-finestra"), e perciò sono più che affidabili[89].Tutti i test approvati contengono una clausola che afferma che non esista un valore in base al quale stabilire l'assenza o la presenza di HIV nel sangue umano[non chiaro].

Grazie a tecnologie come la reazione a catena della polimerasi (PCR), o i campioni di DNA oggi applicate con regolarità in tutti i pazienti nelle nazioni economicamente avanzate, l'HIV è rintracciabile in quasi tutti i malati sintomatici di AIDS. I test attuali basati sulla struttura genetica del virus, sugli antigeni e sulla ricerca del virus stesso nei fluidi e nelle cellule, presentano sensibilità e specificità ancora maggiore di quelli basati sulla ricerca degli anticorpi, risultando ancora più affidabili. Sebbene non siano diffusi come esami di routine a causa dei costi elevati e della necessità di specifiche attrezzature da laboratorio, queste analisi tecniche dirette hanno confermato la validità dei test sugli anticorpi[90][91][92][93][94][95].

Esiste altresì l'asserzione che la presenza di anticorpi sarebbe prova di un'azione di soppressione del virus, ma essa non è assolutamente corretta. La presenza di anticorpi specifici significa semplicemente che il sistema immunitario ha riconosciuto qualcosa di estraneo, non che lo stia eliminando. Molte altre malattie stimolano la produzione di anticorpi, ma non sono certo la risoluzione della malattia[96]. Solo per citarne alcuni, i virus dell'epatite B, C e gli herpesviridae sono virus che rimangono latenti all'interno dell'organismo[97].

Teorie del complotto

[modifica | modifica wikitesto]

Rientrerebbero tra gli argomenti delle teorie sul complotto le opinioni secondo le quali il retrovirus dell'HIV sarebbe stato creato dal governo USA per svariate finalità, come per il suo uso a scopi militari[98][99], oppure con il deliberato scopo di eliminare il più alto numero possibile di, alternativamente, omosessuali[100], ispanici, islamici[101] o persone di colore, in USA[102], come in Africa, al fine di riprendere la sua colonizzazione.[103]

In alcune varianti di queste tesi cospirazioniste, ad aver creato l'HIV non è stato il governo USA, bensì quello russo[104] oppure le grandi case farmaceutiche internazionali, con lo scopo di ridurre enormi masse in "schiavitù farmaceutica", quali clienti forzati, in particolare le popolazioni africane[98][105][106][107].

Tali teorie sono non solo in contraddizione coi dati emersi dalle ricerche sull'origine del virus HIV, sono del tutto prive di consistenza storica e di riscontri scientifici[100].

  1. ^ a b c (EN) Cohen J, The Duesberg phenomenon (PDF), in Science, vol. 266, n. 5191, dicembre 1994, pp. 1642–4, Bibcode:1994Sci...266.1642C, DOI:10.1126/science.7992043, PMID 7992043. URL consultato il 22 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2009).
  2. ^ Confronting AIDS: Update 1988, su books.nap.edu, Institute of Medicine of the U.S. National Academy of Sciences, 1988.
    «…the evidence that HIV causes AIDS is scientifically conclusive.»
  3. ^ a b c d e (EN) National Institutes of Allergy and Infectious Disease Fact Sheet: The Evidence that HIV Causes AIDS, su niaid.nih.gov. URL consultato il 14 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2009).
  4. ^ a b c (EN) Common Pseudoscientific Claims, su sites.google.com, AIDS denialism pseudoscience. URL consultato il 12 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016).[ ]
  5. ^ Mednat, TEORIA dei GERMI (virus e batteri) che generano le malattie è FALSA - 1, su mednat.org. URL consultato il 16 giugno 2015.
  6. ^ a b c (EN) AIDSTruth, Denialists who have died, su aidstruth.org. URL consultato il 12 settembre 2015.
  7. ^ (EN) Seth C. Kalichman, Denying AIDS: Conspiracy Theories, Pseudoscience, and Human Tragedy, Springer Science & Business Media, 16 gennaio 2009, p. 26, ISBN 978-0-387-79476-1.
  8. ^ (EN) Jeanne Bergman, Ph.D., The Cult of HIV Denialism, in The Body, 2010.
  9. ^ (EN) Brian Deer, Death by denial: The campaigners who continue to deny HIV causes Aids, in The Guardian, 21 febbraio 2012.
  10. ^ (EN) Anna Gorman e Alexandra Zavis, Christine Maggiore, vocal skeptic of AIDS research, dies at 52, in Los Angeles Times, 30 dicembre 2008.
  11. ^ (EN) Bob Ostertag, Global Warming Denialism on The Huffington Post and Beyond, in Huffington Post, 24 giugno 2008.
  12. ^ (EN) Liz Highleyman, Activist Michael Bellefountaine dies, in The Bay Area Reporter, 17 maggio 2007.
  13. ^ (EN) ERV, HIV-1 Denial News, su scienceblogs.com, Science Blogs, 23 novembre 2011.
  14. ^ (EN) Deadly consequences of ignorance, in Montral Gazette, 5 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  15. ^ (EN) Michael Cabanatuan, Ronnie Burk -- dissident AIDS activist, in FS Gate, 25 marzo 2003.
  16. ^ (EN) Mark Gabrish Conlan, Death of an AIDS Dissident, in Zenger's Newsmagazine, 1º agosto 2009.
  17. ^ a b c d e Francesco Satta, Dissidenti e Aids, su linksalute.com, Linksalute, 2008. URL consultato il 12 settembre 2015.
  18. ^ Memorial su sito dissidenti Archiviato il 4 maggio 2015 in Internet Archive. e Autopsia di Gos Blank
  19. ^ a b (EN) Denialists Who Have Died, su sites.google.com, ADIS denialism pseudoscience. URL consultato il 12 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016).
  20. ^ (EN) Seth C. Kalichman, Denying AIDS: Conspiracy Theories, Pseudoscience, and Human Tragedy, Springer Science & Business Media, 16 gennaio 2009, p. 155, ISBN 978-0-387-79476-1.
  21. ^ (EN) Gerald Shaw, Peter Mokaba, in The Guardian, 12 luglio 2012.
  22. ^ (EN) Johannes de Viliers, Another Rath Aids patient dies, News 24, 31 ottobre 2005. URL consultato il 12 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  23. ^ Elnor, Parole per pensare - Il vero volto dell'AIDS, su scegliere.ilcannocchiale.it, Il Cannocchiale, 18 maggio 2012. URL consultato il 12 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  24. ^ Death by Denial: Maria Papagiannidou dies of AIDS
  25. ^ (EN) Nanette Asimov, California: AIDS Activist David Pasquarelli Dies, in San Francisco Chronicle, 18 marzo 2004. URL consultato il 12 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  26. ^ (EN) ERV, Another HIV Denier dead, su scienceblogs.com, Science Blogs, 18 aprile 2012.
  27. ^ a b (EN) Robert, Did you know that Continuum, a magazine devoted to the idea that AIDS is a conspiracy, went out of print…, su factswt.com, Facts WT, 6 ottobre 2013. URL consultato il 12 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  28. ^ a b (PT) É verdade ou mentira?, in Brasil post, 18 agosto 2015.
  29. ^ 13 aids denialists who died of aids, su backfromnature.org. URL consultato il 12 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2015).
  30. ^ What's the harm in HIV/AIDS denial?
  31. ^ (EN) Dylan, Continuum, a magazine focused on AIDS denialism, was shut down when all of its editors died from AIDS [collegamento interrotto], su omgfacts.com, 9 maggio 2015.
  32. ^ (EN) Seth C. Kalichman, Denying AIDS: Conspiracy Theories, Pseudoscience, and Human Tragedy, Springer Science & Business Media, 16 gennaio 2009, p. 67, ISBN 978-0-387-79476-1.
  33. ^ (EN) AIDS Truth, Nobel Denial?, su docstoc.com, 20 febbraio 2009.
  34. ^ Silvia Bencivelli, Storie di Nobel: i vincitori più stravaganti, in La Repubblica, 16 giugno 2015.
  35. ^ Kalichman, Seth C., Denying AIDS : conspiracy theories, pseudoscience, and human tragedy, Copernicus Books, 2009, ISBN 9780387794761, OCLC 723123483. URL consultato il 5 settembre 2018.
  36. ^ Expert witness says HIV 'doesn't exist', su physics.smu.edu. URL consultato il 5 settembre 2018.
  37. ^ Sinoussi et al., 1973
  38. ^ Toplin, 1973
  39. ^ Monti-Bragadin et al., 1972
  40. ^ Peebles et al., 1976
  41. ^ Canaai et al., 1980
  42. ^ Grisson et al., 2004
  43. ^ Tebit et al., 2003
  44. ^ Adachi et al., 1986
  45. ^ (EN) Mark S. Ladinsky, Collin Kieffer e Gregory Olson, Electron Tomography of HIV-1 Infection in Gut-Associated Lymphoid Tissue, in PLOS Pathogens, Maud Deruaz, Vladimir Vrbanac, Andrew M. Tager, Douglas S. Kwon, Pamela J. Bjorkman, 30 gennaio 2014, DOI:10.1371/journal.ppat.1003899. URL consultato il 3 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2014).
  46. ^ HIV taken by STORM
  47. ^ (EN) Cândida F. Pereira, Jérémie Rossy e Dylan M. Owen, HIV taken by STORM: Super-resolution fluorescence microscopy of a viral infection (PDF), in Virology Journal, Johnson Mak, Katharina Gaus, n. 9, 2 maggio 2012, p. 84, DOI:10.1186/1743-422X-9-84.
  48. ^ HIV, VPU, MHC and other TLAs, su iayork.com. URL consultato il 15 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2015).
  49. ^ Efficient isolation of HIV from plasma during different stages of HIV infection
  50. ^ Elena Cattaneo, Il paese e gli Scienziati, in La Repubblica, 24 gennaio 2015, p. 22.
  51. ^ a b c Mednat, TEORIA dei GERMI (virus e batteri) che generano le malattie è FALSA - 2, su mednat.org. URL consultato il 16 giugno 2015.
  52. ^ Mednat, AIDS: PESTE DEL DUEMILA O EPIDEMIA DI MENZOGNE?, su associazionesum.it. URL consultato il 16 giugno 2015.
  53. ^ Per entrare nei linfociti, le principali "quasispecie" (ceppi virali), ossia gli HIV R5-tropici, necessitano di agganciarsi ai co-recettori CCR5 normalmente presenti sulle membrane cellulari, utilizzando la glicoproteina virale Gp120. L'assenza completa dei co-recettori sulla superficie dei linfociti avviene solo in presenza di omozigosi del CCR5-Δ32. Tuttavia, in caso eterozigosi, si osserva comunque un lento progresso della malattia in quanto sulla superficie dei linfociti saranno presenti, per quanto radi, alcuni co-recettori CCR5 non difettivi.
  54. ^ (EN) Michael Marmor, Haynes Sheppard e Deborah Donnell, Homozygous and Heterozygous CCR5-[DELTA]32 Genotypes Are Associated With Resistance to HIV Infection (PDF), in AIDS Journal of Acquired Immune Deficiency Syndrome, 15 settembre 2001.
  55. ^ (EN) B. M. Curtis, S. Scharnowske e A. J. Watson, Sequence and expression of a membrane-associated C-type lectin that exhibits CD4-independent binding of human immunodeficiency virus envelope glycoprotein gp120, 1º settembre 1992.
  56. ^ (EN) Delta32 Genetic Testing (PDF), su Briefing paper for AFAO members, Australian Federation of AIDS Organisations, 1º giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2012).
  57. ^ Si veda a proposito il ruolo del HLA-B, in particolare nelle due varianti HLA-B27 e HLA-B57.
  58. ^ Alessandro Delfanti, “Nessuna correlazione tra Hiv e Aids” Scontro scientifico sulle teorie “negazioniste”, Il Fatto Quotidiano, 9 gennaio 2012.
  59. ^ (Goedert. Lancet 1995;346:1425)
  60. ^ a b (EN) J. Cohen, The epidemic in Thailand (PDF), in Science, vol. 266, n. 5191, 1994c, p. 1647, DOI:10.1126/science.7992046, PMID 7992046. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2008).
  61. ^ (Thea et al. NEJM 1993;329:1696)
  62. ^ (Spira et al. Pediatrics 1999;14:e56)
  63. ^ (Leroy et al. J Acquir Immune Defic Syndr Hum Retrovirol 1995;9:415)
  64. ^ (EN) US Departmente of Health and Human services, The Evidence That HIV Causes AIDS, su quackwatch.com, Quackwatch.
  65. ^ (EN) T.E. Taha, N.I. Kumwenda e R.L. Broadhead, Mortality after the first year of life among human immunodeficiency virus type 1-infected and uninfected children, in Pediatr. Infect. Dis. J., vol. 18, n. 8, 1999, pp. 689–694, DOI:10.1097/00006454-199908000-00007, PMID 10462337.
  66. ^ Il carcinoma della cervice, è provocato da alcuni ceppi del virus HPV, responsabile anche dei papillomi genitali, il quale, reso neutrale dalle difese immunitarie, non è in grado di evolvere in cancro; il legame con l'AIDS si spiega unicamente con il fatto che un sistema immunitario già compromesso non è in grado di bloccare il virus HPV.
  67. ^ (EN) A.N. Ackah, D. Coulibaly e H. Digbeu, Response to treatment, mortality, and CD4 lymphocyte counts in HIV-infected persons with tuberculosis in Abidjan, Cote d'Ivoire, in Lancet, vol. 345, n. 8950, 1995, pp. 607–610, DOI:10.1016/S0140-6736(95)90519-7, PMID 7898177.
  68. ^ Ad esempio, la sindrome della pericardite acuta inizialmente fu descritta in base ai sintomi di dolore toracico, sfregamento del pericardio e versamento pericardiale; una volta stabilito il quadro clinico, in base all'eziologia fu possibile classificare i diversi tipi - infettiva (virale, tubercolare, da fungo), reumatica e non infettiva. Oggi, una diagnosi di pericardite acuta senza una chiara sintomatologia è considerata imperfetta. Come è accaduto in caso di sindromi ancora sconosciute, gli studiosi sono riusciti a conoscere progressivamente l'evoluzione dell'AIDS, rilevando prima i sintomi più evidenti e gravi e più tardi scoprendo quelli meno comuni od irriconoscibili
  69. ^ Luigi De Marchi, AIDS......affare multi Miliardario, su mednat.org. URL consultato il 16 giugno 2015.
  70. ^ MMWR 1981a Archiviato il 22 dicembre 2005 in Internet Archive.
  71. ^ MMWR 1981b Archiviato il 23 dicembre 2005 in Internet Archive.
  72. ^ Jaffe et al. 1985
  73. ^ U.S. Census Bureau, su census.gov. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2011).
  74. ^ Koch R. (1893) J. Hyg. Inf. 14, 319-333. Nota: Koch stesso abbandonò la seconda parte del primo postulato complessivamente quando ha scoperto i trasportatori asintomatici di colera e, successivamente, di febbre tifoide
  75. ^ Koch R. (1884) Guanto mezzo Kaiser Gesundh 2, 1-88. Nota: Come provato da Koch stesso riguardo a tubercolosi e colera, tale postulato non trova sempre riscontro: non tutti gli organismi esposti a un agente contagioso acquisteranno l'infezione. La Noninfection può essere dovuta: chance o al sistema immunitario di ospite che respinge con successo l'agente patogeno d'invasione; immunità acquistata, come da esposizione o dalla vaccinazione precedente; o l'immunità genetica, come con la resistenza a malaria ha conferito possedendo almeno un allele della cellula falciforme
  76. ^ Wagner et al. Basic Virology.
  77. ^ O'Brien and Goedert, 1996
  78. ^ O'Brien, 1997 Archiviato il 27 dicembre 2005 in Internet Archive.
  79. ^ Ciesielski et al. 1994
  80. ^ CDC, HIV AIDS Surveillance Report 1999 Archiviato il 23 dicembre 2005 in Internet Archive.
  81. ^ AIDS Knowledge Base, 1999
  82. ^ van den Berg et al., 1994
  83. ^ O'Neil et al., 2000; Aldrovandi et al. 1993
  84. ^ Liska et al. 1999
  85. ^ Locher et al. 1998
  86. ^ Hirsch et al. 1994
  87. ^ Joag et al. 1996
  88. ^ Mednat, CONTROVERSIA sulla causa dell'aids, su mednat.org. URL consultato il 16 giugno 2015.
  89. ^ WHO, 2004
  90. ^ Jackson et al., 1990
  91. ^ Busch et al., 1991
  92. ^ Silvester et al., 1995
  93. ^ Urassa et al., 1999
  94. ^ Nkengasong et al., 1999
  95. ^ Samdal et al., 1996
  96. ^ Abbas, Lichtman, Fondamenti di immunologia
  97. ^ La Placa, Principî di microbiologia medica
  98. ^ a b (EN) Juliet Lapidos, The AIDS Conspiracy Handbook, in Slate, marzo 2008.
  99. ^ (EN) Boyd E. Graves, The US Shadow Government And The Development Of AIDS, su tetrahedron.org, Tetrahedron, 30 marzo 2002 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2012).
  100. ^ a b (EN) Robert Carroll, The Skeptic's Dictionary: A Collection of Strange Beliefs, Amusing Deceptions, and Dangerous Delusions, John Wiley & Sons, 11 gennaio 2011, p. 202, ISBN 978-1-118-04563-3.
  101. ^ (EN) Peter Knight, Conspiracy Culture: From the Kennedy Assassination to The X-files, Psychology Press, 2000, ISBN 978-0-415-18978-1.
  102. ^ (EN) Jeffrey Weiss, The Rev. Jeremiah Wright and AIDS as a government plot — he does not back down, in Dallas Morning News, 28 aprile 2008. URL consultato il 12 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  103. ^ (EN) Peter Knight, Conspiracy Theories in American History: An Encyclopedia, ABC-CLIO, 1º gennaio 2003, ISBN 978-1-57607-812-9.
  104. ^ (EN) Nirmalya Dutta, 6 people who screwed up the War on AIDS, su thehealthsite.com, The Health Site, 1º dicembre 2014. URL consultato il 12 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2015).
  105. ^ (EN) Mathias Rath, South African Lawsuit Exposes Pharmaceutical Colonialism, Dr. Rath Health Foundation. URL consultato il 12 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2015).
  106. ^ (EN) Mathias Rath, The man who sold out medicine, in Wired, 3 giugno 2009. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2014).
  107. ^ (EN) Mathias Rath, Petizione presso il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, Dr. Rath Health Foundation, 14 giugno 2003. URL consultato il 10 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
  • Abbas AK, Lichtman AH. (2001) Fondamenti di immunologia. Piccin. ISBN 88-299-1743-5
  • Adachi A, Gendelman HE, Koenig S, Folks T, Willey R, Rabson A, Martin MA. (1986) Production of acquired immunodeficiency syndrome-associated retrovirus in human and nonhuman cells transfected with an infectious molecular clone. J Virol. 59, 284-291 PMID 3016298
  • Aldrovandi GM, Feuer G, Gao L, Jamieson B, Kristeva M, Chen IS, Zack JA. (1993) The SCID-hu mouse as a model for HIV-1 infection. Nature 363, 732-736 PMID 8515816
  • Baumann E, Bethell T, Bialy H, Duesberg PH, Farber C, Geshekter CL, Johnson PE, Maver RW, Schoch R, Stewart GT, et al. (1995) AIDS proposal. Group for the Scientific Reappraisal of the HIV/AIDS Hypothesis. Science 267, 945-946 PMID 7863335
  • Busch MP, Eble BE, Khayam-Bashi H, Heilbron D, Murphy EL, Kwok S, Sninsky J, Perkins HA, Vyas GN. (1991) Evaluation of screened blood donations for human immunodeficiency virus type 1 infection by culture and DNA amplification of pooled cells. N Engl J Med 325, 1-5 PMID 2046708
  • Canaani E, Tronick SR, Robbins KC, Andersen PR, Dunn CY, Aaronson SA. (1980) Cellular origin of the transforming gene of Moloney murine sarcoma virus. Cold Spring Harb Symp Quant Biol. 44 Pt 2, 727-734 PMID 6253207
  • Ciesielski CA, Marianos DW, Schochetman G, Witte JJ, Jaffe HW. (1994) The 1990 Florida dental investigation. The press and the science. Ann Intern Med 121, 886-888 PMID 7978703
  • Cohen J. (1994) The Duesberg phenomenon. Science 266, 1642-1644 PMID 7992043
  • Cohen J. (1994a) Duesberg and critics agree: Hemophilia is the best test. Science 266, 1645-1646 PMID 7992044
  • Cohen J. (1994b) Fulfilling Koch's postulates. Science 266, 1647 PMID 7992045
  • Cohen J. (1994c) The epidemic in Thailand. Science 266, 1647 PMID 7992046
  • Cohen J. (1994d) Could drugs, rather than a virus be the cause of AIDS? Science 266, 1648-1649 PMID 7992047
  • Duesberg PH. (1987) Retroviruses as carcinogens and pathogens: expectations and reality. Cancer Res 47, 1199-220 PMID 3028606
  • Duesberg PH. (1988) HIV is not the cause of AIDS. Science 241, 514, 517 PMID 3399880
  • Duesberg PH. (1989) HIV and AIDS: correlation but not causation. Proceedings of the National Academy of Sciences 86, 755-64 PMID 2644642
  • Duesberg PH. (1992) AIDS acquired by drug consumption and other noncontagious risk factors. Pharmacol Ther. 55, 201-277 PMID 1492119
  • Duesberg PH. (1996a) Inventing the AIDS virus. Regnery Publishing, Inc.
  • Duesberg PH. (1996b) AIDS: Virus or Drug Induced?Springer
  • Papadopulos-Eleopulos E, Turner VF, Papadimitriou J, Page B, Causer D, Alfonso H, Mhlongo S, Miller T, Maniotis A, Fiala C. (2004) A critique of the Montagnier evidence for the HIV/AIDS hypothesis. Med Hypotheses 63, 597-601 PMID 15325002
  • Galéa P and Chermann JC (1998) HIV as the cause of AIDS and associated diseases Genetica 104, 133-142 PMID 10220906
  • Grisson RD, Chenine AL, Yeh LY, He J, Wood C, Bhat GJ, Xu W, Kankasa C, Ruprecht RM. (2004) Infectious molecular clone of a recently transmitted pediatric human immunodeficiency virus clade C isolate from Africa: evidence of intraclade recombination. J Virol. 78, 14066-14069 PMID 15564517
  • Horton R. (1995) Will Duesberg now concede defeat? Lancet 346, 656 PMID 7658817
  • Hirsch VM, Johnson PR. (1994) Pathogenic diversity of simian immunodeficiency viruses. Virus Res. 32, 183-203 PMID 8067053
  • Jackson JB, Kwok SY, Sninsky JJ, Hopsicker JS, Sannerud KJ, Rhame FS, Henry K, Simpson M, Balfour HH Jr. (1990) Human immunodeficiency virus type 1 detected in all seropositive symptomatic and asymptomatic individuals. J Clin Microbiol. 28, 16-19 PMID 2298875
  • Jaffe HW, Darrow WW, Echenberg DF, O'Malley PM, Getchell JP, Kalyanaraman VS, Byers RH, Drennan DP, Braff EH, Curran JW, et al. (1985) The acquired immunodeficiency syndrome in a cohort of homosexual men. A six-year follow-up study. Ann Intern Med. 103, 210-214 PMID 2990275
  • Joag SV, Li Z, Foresman L, Stephens EB, Zhao LJ, Adany I, Pinson DM, McClure HM, Narayan O. (1996) Chimeric simian/human immunodeficiency virus that causes progressive loss of CD4+ T cells and AIDS in pig-tailed macaques. J. Virol. 70, 3189-3197 PMID 8627799
  • Koch R. (1884) Mitt Kaiser Gesundh 2, 1-88
  • Koch R. (1893) J. Hyg. Inf. 14, 319-333
  • La Placa. (2006) Principî di microbiologia medica. Esculapio. ISBN 88-7488-013-8
  • Liska V, Khimani AH, Hofmann-Lehmann R, Fink AN, Vlasak J, Ruprecht RM. (1999) Viremia and AIDS in rhesus macaques after intramuscular inoculation of plasmid DNA encoding full-length SIVmac239. AIDS Res Hum Retroviruses. 15, 445-450 PMID 10195754
  • Locher CP, Barnett SW, Herndier BG, Blackbourn DJ, Reyes-Teran G, Murthy KK, Brasky KM, Hubbard GB, Reinhart TA, Haase AT, Levy JA. (1998) Human immunodeficiency virus-2 infection in baboons is an animal model for human immunodeficiency virus pathogenesis in humans. Arch Pathol Lab Med. 122, 523-533 PMID 9625420
  • Monti-Bragadin C, Ulrich K. (1972) Rescue of the genome of the defective murine sarcoma virus from a non-producer hamster tumor cell line, PM-1, with murine and feline leukemia viruses as helpers. Int J Cancer 9, 383-392 PMID 4339414
  • O'Brien SJ, Goedert JJ. (1996) HIV causes AIDS: Koch's postulates fulfilled. Curr Opin Immunol. 8, 613-618 PMID 8902385
  • O'Brien SJ (1997) The HIV-AIDS debate is over. HIV News Line 3
  • O'Neil SP, novembre FJ, Hill AB, Suwyn C, Hart CE, Evans-Strickfaden T, Anderson DC, deRosayro J, Herndon JG, Saucier M, McClure HM. (2000) Progressive infection in a subset of HIV-1-positive chimpanzees Archiviato l'11 luglio 2001 in Internet Archive.. J Infect Dis. 182, 1051-1062 PMID 10979899
  • MMWR weekly (1981a) Pneumocystis Pneumonia- Los Angeles June 5, 30 250-252
  • MMWR weekly (1981b) Kaposi's Sarcoma and Pneumocystis Pneumonia among homosexual men - New York City and California July 4, 30 305-308
  • Nkengasong JN, Maurice C, Koblavi S, Kalou M, Yavo D, Maran M, Bile C, N'guessan K, Kouadio J, Bony S, Wiktor SZ, Greenberg AE. (1999) Evaluation of HIV serial and parallel serologic testing algorithms in Abidjan, Cote d'Ivoire. AIDS 13, 109-117 PMID 10207552
  • Peebles PT, Gerwin BI, Scolnick EM. (1976) Murine sarcoma virus defectiveness: serological detection of only helper virus reverse transcriptase in sarcoma virus rescued from nonmurine S + L-cells. Virology 70, 313-323 PMID 57666
  • Root-Bernstein R. (1993) Rethinking AIDS: the tragic cost of premature consensus. New York: Free Press
  • Samdal HH, Gutigard BG, Labay D, Wiik SI, Skaug K, Skar AG. (1996) Comparison of the sensitivity of four rapid assays for the detection of antibodies to HIV-1/HIV-2 during seroconversion. Clin Diagn Virol. 7, 55-61 PMID 9077430
  • Schmidt CG. (1984) The group-fantasy origins of AIDS Archiviato l'11 dicembre 2005 in Internet Archive.. J Psychohist. 12, 37-78 PMID 11611586
  • Silvester C, Healey DS, Cunningham P, Dax EM. (1995) Multisite evaluation of four anti-HIV-1/HIV-2 enzyme immunoassays. Australian HIV Test Evaluation Group. J Acquir Immune Defic Syndr Hum Retrovirol. 8, 411-419 PMID 7882108
  • Sinoussi F, Mendiola L, Chermann JC. (1973) Purification and partial differentiation of the particles of murine sarcoma virus (M. MSV) according to their sedimentation rates in sucrose density gradients. Spectra 4,237-243
  • Taylor Adam, Before ‘fake news,’ there was Soviet ‘disinformation’, 26 novembre 2016.
  • Tebit DM, Zekeng L, Kaptue L, Krausslich HG, Herchenroder O. (2003) Construction and characterisation of a full-length infectious molecular clone from a fast replicating, X4-tropic HIV-1 CRF02.AG primary isolate. Virology 313, 645-652 PMID 12954230
  • Toplin I. (1973) Tumor Virus Purification using Zonal Rotors. Spectra 4, 225-235
  • Urassa W, Godoy K, Killewo J, Kwesigabo G, Mbakileki A, Mhalu F, Biberfeld G. (1999) The accuracy of an alternative confirmatory strategy for detection of antibodies to HIV-1: experience from a regional laboratory in Kagera, Tanzania. J Clin Virol. 14, 25-29 PMID 10548127
  • van den Berg H, Gerritsen EJ, van Tol MJ, Dooren LJ, Vossen JM. (1994) Ten years after acquiring an HIV-1 infection: a study in a cohort of eleven neonates infected by aliquots from a single plasma donation. Acta Paediatr. 83, 173-178 PMID 8193497
  • Weiss RA, Jaffe HW. (1990) Duesberg, HIV and AIDS. Nature 345, 659-660 PMID 2163025
  • Wagner EK, Helwett MJ, Bloom DC, Camerini D. (2008) Basic Virology. Blackwell Publishing. ISBN 978-1-4051-4715-6
  • Rossi Luca (1999) Sex Virus Feltrinelli-I Canguri ISBN 88-07-70107-3
  • De Marchi L, Franchi F. (1996) AIDS: la grande truffa Edizioni SEAM ISBN 88-8179-048-3

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Dissenso (siti "complottisti")

[modifica | modifica wikitesto]

Siti scientifici e medici

[modifica | modifica wikitesto]

Riferimenti generali

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Sociologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di sociologia