Coprothermobacterales
Coprothermobacterales | |
---|---|
Classificazione scientifica | |
Dominio | Prokaryota |
Regno | Bacteria |
Phylum | Coprothermobacterota |
Classe | Coprothermobacteria |
Ordine | Coprothermobacterales |
Famiglie | |
Coprothermobacterales è un ordine di batteri non mobili e che hanno forma di bastoncello, di pochi micron di lunghezza e all'incirca 0.5 micron di larghezza. Questo è l’unico ordine della classe Coprothermobacteria nel nuovo phylum Coprothermobacterota, introdotto in seguito a diverse analisi comparative del genoma completo di questi batteri che dimostravano la loro effettiva diversità rispetto ad altri batteri conosciuti, analisi che ultimamente hanno portato a una revisione della classificazione tassonomica dei microrganismi del regno Bacteria.[1]
I batteri che appartengono a questo ordine sono rigorosamente anaerobi, ovvero vivono in assenza di ossigeno, e termofili, perché crescono e si moltiplicano a temperature ottimali tra 55 °C e 70 °C, ma possono vivere anche a temperature massime di circa 75 °C.[2]
Il nome di questo ordine si basa sul nome del primo genere descritto "Coprothermobacter", che deriva etimologicamente dal greco "kopros", letame, e "thermos", cioè, caldo, facendo riferimento al habitat e alle temperature relativamente alte in cui si trovavano questi batteri quando sono stati identificati, ovvero nel letame in fermentazione.[3]
Alcune specie di batteri dell’ordine Coprothermobacterales sono Coprothermobacter proteolyticus e Coprothermobacter platensis, e appartengono entrambe alla famiglia Coprothermobacteraceae, l’unica famiglia finora descritta per questo ordine.
I batteri dei diversi ceppi di Coprothermobacter sono proteolitici, sono cioè in grado di degradare delle proteine presenti in sostanze di origine organica, motivo per cui i Coprothermobacter, insieme a altri batteri termofili con proprietà simili, sono stati impiegati negli impianti per il trattamento ecologico di rifiuti organici e di acque reflue che sfruttano la digestione anaerobica dei batteri (digestori anaerobici), in un processo che genera anche metano.[4]
Prima dell'ultima revisione tassonomica eseguita nel 2018, i batteri dell’ordine Coprothermobacterales erano stati inclusi nell'ordine Thermoanaerobacterales, motivo per cui talvolta sono ancora riportati inesattamente sotto la famiglia Thermodesulfobiaceae, nella classe Clostridia del phylum Firmicutes.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b María Elisa Pavan, Esteban E. Pavan, Stefanie P. Glaeser, Claudia Etchebehere, Peter Kämpfer, María Julia Pettinari e Nancy I. López, Proposal for a new classification of a deep branching bacterial phylogenetic lineage: transfer of Coprothermobacter proteolyticus and Coprothermobacter platensis to Coprothermobacteraceae fam. nov., within Coprothermobacterales ord. nov., Coprothermobacteria classis nov. and Coprothermobacterota phyl. nov. and emended description of the family Thermodesulfobiaceae, in International Journal of Systematic and Evolutionary Microbiology, vol. 68, n. 5, 2018, pp. 1627–1632, DOI:10.1099/ijsem.0.002720, PMID 29595416.
- ^ (EN) Bernard Ollivier e Jean-Louis Garcia, Coprothermobacter, in Bergey's Manual of Systematics of Archaea and Bacteria, John Wiley & Sons, Ltd, 14 settembre 2015, pp. 1–6, DOI:10.1002/9781118960608.gbm00752, ISBN 978-1-118-96060-8.
- ^ Fred A. Rainey e Erko Stackebrandt, Transfer of the Type Species of the Genus Thermobacteroides to the Genus Thermoanaerobacter as Thermoanaerobacter acetoethylicus(Ben-Bassat and Zeikus 1981) comb. nov., Description of Coprothermobacter gen. nov., and Reclassification of Thermobacteroides proteolyticus as Coprothermobacter proteolyticus(Ollivier et al. 1985) comb. nov., in International Journal of Systematic and Evolutionary Microbiology, vol. 43, n. 4, 1993, pp. 857–859, DOI:10.1099/00207713-43-4-857.
- ^ M.C. Gagliano, C.M. Braguglia, M. Petruccioli e S. Rossetti, Ecology and biotechnological potential of the thermophilic fermentative Coprothermobacter spp., in FEMS Microbiology Ecology, vol. 91, n. 5, 2015, pp. fiv018, DOI:10.1093/femsec/fiv018.