Congregazione di Baviera
La Congregazione di Baviera (in latino Congregatio Bavarica, in tedesco Bayerische Benediktinerkongregation) è una delle congregazioni monastiche di diritto pontificio che costituiscono l'Ordine di San Benedetto.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origini
[modifica | modifica wikitesto]Durante l'VIII secolo gli Agilolfingi e i Carolingi promossero la fondazione di numerosi monasteri in Baviera ma, soprattutto a causa dell'ingerenza dei vescovi nel governo delle abbazie, il monachesimo bavarese decadde tra il IX e il X secolo. Le incursioni ungare e la secolarizzazione dei beni ecclesiastici compiuta dal duca Arnolfo causarono la scomparsa degli ultimi cenobi.[2]
Il monachesimo iniziò a risorgere in Baviera grazie al sostegno del vescovo di Ratisbona Volfango, già monaco a Einsiedeln, che additò ad esempio l'abbazia di San Massimino a Treviri.[2]
Grazie all'influsso della riforma di Cluny sulla vita religiosa nelle abbazie di Sankt Blasien e Hirsau e alla nascita delle congregazioni di Melk e Kastl, nei monasteri benedettini bavaresi fu possibile stabilire una buona disciplina.[3]
La diffusione del protestantesimo in Germania causò la dissoluzione di numerose abbazie e il decadimento disciplinare di altre.[3]
Fondazione della congregazione
[modifica | modifica wikitesto]Ritenendo pericoloso l'isolamento delle varie comunità monastiche, al fine di promuovere il reciproco controllo, il Concilio di Trento suggerì alle abbazie benedettine di federarsi in congregazioni.[3]
Nonostante l'apertura degli abati, i vescovi tentarono di ostacolare la nascita di una congregazione benedettina in Baviera: solo grazie all'appoggio del duca Massimiliano II Emanuele e all'azione di abati come Celestino Vogl di Sant'Emmeranno a Ratisbona, i monasteri benedettini raggiunsero il loro obiettivo.[4]
La congregazione benedettina di Baviera fu fondata da papa Innocenzo XI con breve Circumspecta del 26 agosto 1684; lo stesso pontefice ne approvò gli statuti (breve Militantis Ecclesiae del 6 febbraio 1686) e le estese i privilegi della congregazione svizzera (breve In superna del 10 luglio 1688).[4]
Dissoluzione e restaurazione
[modifica | modifica wikitesto]Il monachesimo benedettino in Baviera conobbe un periodo di particolare fioritura nel XVIII secolo, ma tutte le abbazie vennero secolarizzate da Massimiliano IV Giuseppe nel 1803 causando la scomparsa della congregazione.[3]
Nel 1817 la Baviera sottoscrisse un concordato con la Santa Sede e sotto il regno di Luigi I, particolarmente legato all'ordine benedettino, vennero ricostituite numerose antiche abbazie (Metten, Scheyern) e ne vennero erette di nuove (Ottobeuren).[3]
Risorte le abbazie, la congregazione venne restaurata da papa Pio IX il 5 febbraio 1858 e i suoi statuti furono approvati dalla Santa Sede il 5 novembre 1860.[4]
I religiosi della congregazione di Baviera diedero un notevole contributo all'irradiamento del monachesimo benedettino nelle Americhe: un monaco di Metten, Bonifacio Wimmer, fondò la prima abbazia degli Stati Uniti e diede inizio alla congregazione benedettina americano-cassinese.[5]
Governo
[modifica | modifica wikitesto]Gli abati sono eletti a vita ma sono tenuti a rassegnare le dimissioni al compimento dei settant'anni.[4] Ogni tre anni si celebra il capitolo generale, al quale intervengono l'abate e un monaco di ogni monastero della congregazione: il capitolo elegge, tra gli abati, un presidente con mandato triennale.[2]
La sede generalizia è, di fatto, l'abbazia retta dall'abate che presiede pro tempore la congregazione (nel 2010, l'abate di Schäftlarn).[1]
Attività
[modifica | modifica wikitesto]Attività peculiare dei monaci della congregazione di Baviera è l'istruzione e l'educazione della gioventù nei collegi interni ai monasteri.[4]
I monaci si dedicano anche al ministero pastorale (predicazione, confessioni), soprattutto nelle abbazie di Andechs, Ettal e Scheyern (mete di pellegrinaggio).[5]
I monasteri della congregazione sono sede di studi scientifici soprattutto nel campo della storia ecclesiastica, della filologia classica e della patristica: per lo sviluppo e il coordinamento degli studi nel 1921 fu fondata a Monaco la Bayerische Benediktinerakademie che pubblica una rivista di studi storici (Studien und Mitteilungen zur Geschichte des Benediktinerordens und seine Zweige).[5]
L'abbazia di Niederalteich e quelle di Scheyern ed Ettal promuovono l'attività ecumenica attraverso l'organizzazione di incontri e dialoghi e gli studi di bizantinistica.[5]
Diffusione
[modifica | modifica wikitesto]Le abbazie e le altre case della congregazione sono presenti in varie località della Germania (Baviera e Sassonia) e sono quelle di:[6]
- Andechs, priorato dipendente dall'abbazia di Sankt Bonifaz di Monaco;
- Augsta, abbazia intitolata a santo Stefano, martire;
- Braunau-Rohr, abbazia intitolata a san Venceslao, martire;
- Ettal, abbazia dei Sacri Cuori di Gesù e Maria;
- Metten, abbazia intitolata all'arcangelo Michele;
- München-Sankt Bonifaz, abbazia dedicata a san Bonifacio;
- München-Studienheim, collegio dipendente dall'abbazia di Ettal;
- Niederalteich, abbazia intitolata a san Maurizio e compagni, martiri;
- Ottobeuren, abbazia dedicata ai santi Alessandro e Teodoro;
- Plankstetten, abbazia dedicata alla Vergine e a san Giovanni;
- Scheyern, abbazia dedicata alla santa Croce;
- Schäftlarn, abbazia dedicata ai santi Dionigi e Giuliana;
- Wechselburg, in Sassonia, priorato dipendente dall'abbazia di Ettal;
- Weltenburg, abbazia intitolata a san Giorgio, martire.
Alla fine del 2008 la congregazione contava 14 case e 239 membri, 139 dei quali sacerdoti.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Ann. Pont. 2010, p. 1426.
- ^ a b c Th. Schuler, DIP, vol. I (1975), col. 1129.
- ^ a b c d e Th. Schuler, DIP, vol. I (1975), col. 1130.
- ^ a b c d e Th. Schuler, DIP, vol. I (1975), col. 1128.
- ^ a b c d Th. Schuler, DIP, vol. I (1975), col. 1131.
- ^ Atlas O.S.B., editio II, Romae 2004 (ZIP), su atlas.osb-international.info. URL consultato il 12 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2011).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Annuario Pontificio per l'anno 2010, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010. ISBN 978-88-209-8355-0.
- Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 151253248 · ISNI (EN) 0000 0001 0152 033X · GND (DE) 2054795-X |
---|