Abd al-Fattah Muru
Abd al-Fattah Muru | |
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Presidente dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo ad interim | |
Durata mandato | 25 luglio 2019 – 13 novembre 2019 |
Predecessore | Mohamed Ennaceur |
Successore | Rashid Ghannushi |
Primo Vicepresidente dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo | |
Durata mandato | 4 dicembre 2014 – 13 novembre 2019 |
Predecessore | Meherzia Labidi |
Dati generali | |
Partito politico | Movimento della Rinascita |
Università | Università di Tunisi |
Professione | Avvocato |
ʿAbd al-Fattāḥ Mūrū o Abdelfattah Mourou o Abdel Fattah Mourou (in arabo ﻋﺒﺪ ﺍﻟﻔﺘﺎﺡ ﻣﻮﺭﻭ?; Tunisi, 1º giugno 1948[1][2]) è un politico e avvocato tunisino di orientamento conservatore.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di un commerciante di lontana ascendenza musulmana spagnola emigrata in Maghreb,[3] compie i suoi studi nel Collège Sadiki. Prosegue la sua istruzione seguendo i corsi di Giurisprudenza nell'Università di Tunisi e ottiene una laurea in Giurisprudenza e un'altra in Scienze Islamiche.[1]. Presto aderisce a una confraternita sufi, la ben nota e diffusa Madaniyya, creata all'inizio del XX secolo, che esortava la società nordafricana in generale e tunisina in particolare, a combattere la presenza straniera (essenzialmente francese, ma anche italiana, visto la consistenza numerica della sua comunità) in Tunisia.
Inizia la sua militanza fondamentalista negli anni sessanta, predicando nelle scuole e nelle moschee.[2] Nel 1969 conosce Rashid Ghannushi in una moschea di Tunisi e insieme concordano nel fondare un movimento "islamico" in Tunisia. Nel 1973, tentando di organizzare un'assemblea di un centinaio di persone a Susa, Mūrū, Hmida Ennaifer e Ghannushi sono arrestati dalla polizia. In seguito a ciò, decide di creare un'organizzazione clandestina (Jamāʿa al-Islāmiyya, ossia "Società islamica") che si struttura in cellule regionali e nazionali.[4] Essa è attiva principalmente nelle moschee e nelle università ed edita un giornale, al-Maʿrifa (La conoscenza), diffuso gratuitamente in certe edicole e nelle librerie vicine all'organizzazione. Mūrū diventa uno dei predicatori di maggior richiamo nella capitale tunisina e il leader della Jamāʿa al-Islāmiyya. Essa diventa nel 1981 la Mouvement de la tendance islamique (Ennahda, cioè al-Nahḍa, "la Rinascita") di cui Mūrū è il numero due. Tuttavia il movimento diventa rapidamente oggetto di repressione: Muru è arrestato e trascorre due anni in carcere. Dopo l'attacco al commissariato di polizia di Bab Souika, nel 1991, è nuovamente imprigionato.[2] È fatto oggetto nel 1992 di una campagna di diffamazione da parte del regime, che mira a screditarlo a livello personale.[5]
Dopo questa nuova incarcerazione, Mūrū adotta una linea conciliativa, denuncia la pratica della violenza e annuncia la sospensione della sua militanza all'interno di Ennahda.[6].
Mūrū cessa allora ogni attività politica in Tunisia ma continua ad esercitare la sua professione di avvocato.
Il 30 gennaio 2011, in seguito al ritorno dall'esilio di Rāshid Ghannūshī, Mūrū lascia capire che riprenderà la sua attività politica. A seguito di un appello del "predicatore informatico" Yūsuf al-Qaraḍāwī, Ghannushi dichiara che Mūrū s'incaricherà della campagna elettorale del suo partito in occasione dell'elezione dell'Assemblea costituente nell'ottobre del 2011. Mūrū smentisce però di appartenere ufficialmente a Ennahda o a qualsiasi altro partito.
Viene eletto all'Assemblea dei rappresentanti delle persone alle elezioni del 26 ottobre 2014, prima di essere eletto primo vicepresidente.
Il 25 luglio 2019, alla morte del presidente Béji Caïd Essebsi, subentra come capo del Parlamento quando Mohamed Ennaceur diventa presidente ad interim della Repubblica. Il consiglio della Shura di Ennahdha lo designa il 6 agosto successivo come candidato del partito alle elezioni presidenziali del 15 settembre.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]È padre di quattro ragazzi e di una ragazza. Veste in ogni momento della sua vita il tradizionale abito tunisino, che ha cominciato a indossare all'età di 18 anni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (AR) Saïda Bou Helal, «Tutti i Tunisini sono stati ustionati dal fuoco dell'antico regime ma i militanti fondamentalisti sono stati all'interno del forno», Assabah, 6 febbraio 2011 Archiviato il 10 agosto 2011 in Internet Archive.
- ^ a b c (EN) Emad Eldin Shahin, "Abdelfattah Mourou", Political Ascent. Contemporary Islamic Movements in North Africa, éd. Westview Press, Boulder, 1998
- ^ (FR) Ahmed Manaï, "Hommage à Cheikh Abdel Fettah. Le dernier des Moriscos!", Institut des relations internationales, 20 dicembre 2005 Archiviato il 1º agosto 2012 in Internet Archive.
- ^ (FR) "Tunisie, Rached Ghannouchi remonte aux origines d'Ennahdha", GlobalNet, 20 mars 2011
- ^ "Rapport alternatif au deuxième rapport périodique de la Tunisie au Comité contre la torture de l'ONU" (I-11), Lettre bimensuelle de la Fédération internationale des ligues des droits de l'homme, n° 267, novembre 1998
- ^ (FR) «Mohamed Zrig contre le ministre de la citoyenneté et de l'immigration» (section 109), Bureau du commissaire à la magistrature fédérale, Ottawa, 24 settembre 2001 Archiviato l'11 marzo 2008 in Internet Archive.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Abd al-Fattah Muru
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) "Tunisie. Mourou décontracté, sans robe ni turban", Kapitalis, 25 juin 2011, su kapitalis.com.
- (FR) Jean-Paul Chagnollaud, "Au nom des grands principes de l'Islam" (entretien avec Abdelfattah Mourou), Confluences Méditerranée, n° 3, mars 1992 Archiviato il 19 dicembre 2009 in Internet Archive.. ISBN 978-2-7384-1462-5
Controllo di autorità | VIAF (EN) 4668147872007275170002 · ISNI (EN) 0000 0004 5976 3336 · GND (DE) 1177101181 · BNF (FR) cb17082567x (data) |
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